La Svizzera ha detto sì all’iniziativa contro la dissimulazione del viso sullo spazio pubblico, ribattezzata iniziativa anti-burqa poiché i promotori prendevano di mira proprio il velo integrale. Una norma che entrerà nella Costituzione, ma con rappresenta una novità a livello europeo: sono infatti diversi i paesi che vietano il niqab e il burqa, anche se in forma e gradi differenti.
Speciale votazioni
Informazione 07.03.2021, 18:05
La Francia è stata la prima a proibire il velo integrale, con una legge sulla dissimulazione del viso che risale al 2010: non lo si può indossare in strada, nei negozi, nelle pubbliche amministrazioni, così come sui trasporti pubblici, nei municipi e al cinema. Contro la legge era stato interposto un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che i giudici di Strasburgo hanno tuttavia respinto nel 2014. La norma francese prevede multe fino a 150 euro.
In Austria, una legge contro le dissimulazioni del viso nei luoghi pubblici – anche questa promossa prendendo di mira soprattutto il velo integrale – è entrata in vigore nell’ottobre del 2017. Anche qui le multe possono raggiungere i 150 euro.
In Belgio, il velo integrale è bandito in pubblico dal 2011. Chi infrange questa legge, oltre a una multa, può incorrere in pene fino a sette giorni di prigione. La CEDU ha convalidato pure questa norma, nel 2017.
Leggi contro la dissimulazione del volto sono pure in vigore in Bulgaria e in Danimarca.
Divieti parziali
In Germania, dal 2017 il velo integrale è vietato per i funzionari pubblici e i militari, ma non nello spazio pubblico anche se la legge obbliga le persone a mostrare il viso in caso di controllo di identità. Alcuni Länder lo hanno però esplicitamente vietato nel quadro della pubblica istruzione.
Il velo integrale è vietato, dal 2018, anche nei Paesi Bassi, ma solo negli istituti scolastici, nelle istituzioni, negli ospedali e sui trasporti pubblici. Un divieto esistente pure in Norvegia (2018), ma solo nelle scuole – pubbliche ma anche private –, anche in quelle superiori.
Infine, in Italia divieti simili esistono solo a livello regionale: in Lombardia e nel Veneto.