L’ennesimo tentativo di abbassare l’età minima per votare ed essere eletti in Svizzera finisce ancora una volta fuori strada. Dopo alcuni tentennamenti, il Consiglio nazionale ha deciso di stralciare dall’ordine del giorno un’iniziativa parlamentare in tal senso di Sibel Arslan (Verdi/BS). Il progetto è accantonato.
Durante la sessione dello scorso giugno, sconfessando il parere della Commissione per le istituzioni politiche, il plenum aveva dato il proprio appoggio all’iniziativa. Ma la commissione ha reiterato la sua opposizione il mese scorso, affermando che un abbassamento da diciotto a sedici anni dell’età minima per esercitare i diritti politici creerebbe un ingiustificato contrasto con diritti e obblighi dei maggiorenni, come previsti dal diritto civile e penale vigente. Il relatore del provvedimento era il democentrista ticinese Piero Marchesi.
La sinistra ha contro-argomentato difendendo l’iniziativa, ma la nuova Camera del popolo, uscita dalle elezioni dello scorso ottobre, questa volta ha deciso di seguire le indicazioni della commissione mandando in panchina l’iniziativa. La maggioranza si è imposta con 106 voti contro 84.
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