La segretaria di stato Helene Budliger Artieda, direttrice della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), si recherà la settimana prossima in visita ufficiale a Washington. Si parla di primi contatti, non di negoziati o accordi: non sono noti dettagli, ma la notizia pubblicata dal Tages-Anzeiger (TA) è stata confermata dal portavoce della SECO Fabian Maienfisch.

Helene Budliger Artieda
Non è ancora chiaro in quale giorno della settimana la 60enne volerà negli USA, né quali saranno gli interlocutori e neppure i temi sui quali verteranno le discussioni. Ma c’è da scommettere che compito della diplomatica sarà quello di evitare che la Svizzera rimanga a sua volta invischiata nelle guerre commerciali avviate dagli Stati Uniti. Washington ha infatti già inserito la Confederazione in una lista di paesi con “pratiche commerciali sleali”.
Il rapido appuntamento ottenuto dalla numero uno della SECO - in carica dall’agosto 2022: in precedenza è stata ambasciatrice in Thailandia e in Sudafrica - può essere considerato una sorpresa: attualmente il tempo di attesa per essere ricevuti dall’amministrazione del presidente Donald Trump è infatti di diverse settimane.
Secondo TA l’incontro è stato promosso la scorsa settimana a Palazzo federale: Budliger Artieda e parlamentari di tutti i partiti di governo si sono trovati con rappresentanti di alto livello dell’ambasciata statunitense a Berna. Stando al quotidiano è probabile che l’incaricato d’affari Brad Bell - responsabile della sede diplomatica americana sino all’arrivo della nuova ambasciatrice Callista Gingrich - abbia utilizzato i suoi contatti con la madre patria.
“A volte gli incontri informali sono più efficaci dei contatti diplomatici ufficiali”, indica al foglio zurighese il consigliere nazionale Hans-Peter Portmann (PLR/ZH), che ha confermato l’abboccamento. “Uno dei compiti dei responsabili della politica estera è quello di utilizzare i buoni contatti per aprire le porte”. Il 62enne si congratula con Budliger Artieda per aver ottenuto l’appuntamento: a suo avviso non si tratta di una cosa scontata. “Questo dimostra che la Svizzera ha un bonus con l’amministrazione Trump”, sostiene il dirigente bancario.

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