Le ultime estati roventi e siccitose hanno lasciato pesanti segni sulle foreste svizzere e in Ticino a soffrire è soprattutto il castagno. La conferma arriva dai primi quattro anni del quinto Inventario forestale nazionale condotto dall’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) e dall’Ufficio federale dell’ambiente.
Gli alberi morti e danneggiati sono aumentati, mentre è scarso il rinnovamento di giovani piante. In primo luogo, sottolinea il WSL, le conseguenze degli anni secchi e caldi dal 2018 sono chiaramente visibili e questo cambia la composizione delle specie arboree a livello regionale.
La specie arborea più importante dal punto di vista economico e più comune in Svizzera, l'abete rosso, è diminuita nel Giura, nell'Altopiano centrale e nelle Prealpi. Sul versante meridionale delle Alpi, il castagno sta subendo perdite. La popolazione di frassino, la terza specie arborea decidua più diffusa, è in forte calo ovunque a causa di una malattia fungina. La siccità influisce anche sulla crescita, la quantità di legno che cresce ogni anno è inferiore a quella di cinque anni fa.
Al sud delle Alpi si registra un aumento del 35,4% il numero degli alberi morti. Attualmente, più di un sesto degli alberi con un diametro a petto d’uomo di almeno 12 cm, è secco e quasi un terzo presenta dei danni. I castagni sono particolarmente colpiti (+32,6% quelli morti, +39,5% quelli danneggiati). Di conseguenza l’incremento legnoso di questa specie è ormai stagnante.
La pioggia mette in difficoltà l'agricoltura elvetica
Telegiornale 21.05.2023, 20:00