Oltre la metà del territorio boschivo del territorio grigionese settentrionale non è in grado di rinnovarsi in modo naturale e servono misure straordinarie. Bisogna salvaguardare, in particolare, quelle specie arboree di cui gli ungulati vanno ghiotti: l'abete bianco, la rovere, la quercia farnia, l'acero montano e il tiglio. Rispetto al 2007 le superfici problematiche sono più che raddoppiate.
È quanto emerge dai dati raccolti nella regione della Valle del Reno - Schanfigg - Domigliasca - Heinzenberg - Safien dal Dipartimento infrastrutture, energia e mobilità dei Grigioni, dati resi pubblici nella "relazione bosco-selvaggina 2022".
Oltre agli interventi a livello selviculturale, occorrerà intervenire anche sugli effettivi della selvaggina. Nella nota si legge che la caccia grigionese avrà il compito di contribuire a regolare il numero di cervi e di caprioli.
Grigioni Sera dell'11.07.22: il servizio di Manuele Ferrari sul progetto di selvicoltura
RSI Info 11.07.2022, 21:13
La sofferenza dei boschi momò
SEIDISERA 26.08.2022, 20:30