Ticino e Grigioni

Il bosco che sta male

La sofferenza delle foreste a sud delle Alpi, fra siccità, canicola ed effetti dei mutamenti climatici: "Non possiamo continuare a sottovalutarla", sottolinea un'esperta

  • 19 luglio 2022, 05:51
  • 20 novembre, 15:29
Nei boschi della Svizzera italiana gli effetti dei mutamenti climatici appaiono ben più marcati rispetto al dato nazionale

Nei boschi della Svizzera italiana gli effetti dei mutamenti climatici appaiono ben più marcati rispetto al dato nazionale

  • archivio tipress

La canicola che continua a sferzare la Svizzera italiana non può che alimentare timori e interrogativi anche in relazione alla sicurezza dei nostri boschi. Quanto stanno risentendo dell'ondata di calore in atto? E, soprattutto, quanto appaiono più esposti e vulnerabili di fronte a carenze di precipitazioni che si stanno ormai intensificando in modo inequivocabile?

Un dato è certo: ciò a cui stiamo assistendo si innesta in dinamiche più sistematiche e legate, in tutta evidenza, ai mutamenti climatici. Alla loro pressione i boschi in Svizzera sono molto esposti, conferma Alessandra Bottero, collaboratrice a Davos dell'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL). La contattiamo proprio in margine ad alcuni rilievi da lei eseguiti nelle ultime ore in Mesolcina: gli stessi, ci racconta, hanno evidenziato "l'elevata mortalità" che già da tempo, in particolare, si sta riscontrando per l'abete rosso.

Alessandra Bottero è attiva come ricercatrice a Davos per l'istituto WSL

Alessandra Bottero è attiva come ricercatrice a Davos per l'istituto WSL

  • WSL

Nel complesso, osserva l'esperta del WSL, lo "stato di salute" delle foreste in Svizzera può ancora ritenersi soddisfacente. Ma a sud delle Alpi, precisa, gli effetti dei mutamenti climatici appaiono particolarmente marcati. L'aumento delle temperature e la maggiore frequenza di fasi di siccità possono di per sé già indurre la mortalità delle piante. Al tempo stesso, però, "queste ondate di calore e siccità prolungate possono avere anche" effetti indiretti su altri piani: creare quindi "le condizioni per un aumento del pericolo di incendi e, andando a indebolire le piante, favorire l'insorgenza di agenti patogeni o parassiti come ad esempio il bostrico. È un po' questa combinazione di fattori", quindi, che "sottopone i boschi a una notevole pressione".

Queste dinamiche non sono comunque inedite o recenti. La loro individuazione, infatti, risale ormai già a diversi anni fa. "Eventi siccitosi passati" - si pensi alla torrida estate del 2003 - "possono aver causato più o meno mortalità o indebolimento delle piante". Tuttavia, sottolinea la ricercatrice, quello che si è constatato negli ultimi anni è "una maggiore frequenza e severità di questi periodi, e con tutto ciò che ne consegue".

Crescono, per via della siccità persistente, i timori su nuovi e gravi incendi boschivi

Crescono, per via della siccità persistente, i timori su nuovi e gravi incendi boschivi

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E ora, dopo un inverno eccezionalmente privo di precipitazioni, il bilancio idrico resta sensibilmente ridotto. Ciò non può che accentuare le insidie che gravano sui nostri boschi. La maggiore esposizione agli incendi, in questi giorni particolarmente temuta, si presta in questo senso a più riflessioni. "Quello che abbiamo visto nelle faggete montane dell'Europa centrale", osserva Bottero, riferendosi a studi condotti da suoi colleghi di WSL, "è che storicamente questi ambienti non erano molto inclini ad essere percorsi dal fuoco". Ora però le ripetute ondate di calore e i lunghi periodi di siccità "disidratano la lettiera, la necromassa", e quindi gli elementi organici del suolo "che normalmente in questi ambienti sono molto umidi". A emergere è così "una struttura dei combustibili che è molto più porosa e quindi più facilmente infiammabile".

La sofferenza dei boschi, sempre più esposti ai mutamenti climatici, rappresenta quindi un fatto inoppugnabile. "Dobbiamo fare qualcosa, non possiamo continuare a sottovalutare la situazione", afferma la specialista del WSL, sottolineando la necessità di "interventi di gestione mirata" per tutelare ecosistemi che, non va dimenticato, esplicano "funzioni molto importanti, come quella della protezione dai pericoli naturali".

Alex Ricordi

02:22

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Telegiornale 18.07.2022, 14:30

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