Lugano ospita in questi giorni per la terza volta consecutiva il Plan B Forum, la maggiore conferenza in Europa sui temi legati alle valute digitali o cripto valute, alle tecnologie P2P e al loro impatto.
Questo forum tre anni fa ha fatto registrare 1’600 biglietti venduti, oggi - come ha confermato il sindaco di Lugano Michele Foletti - sono stati staccati oltre 2’400 tagliandi. “Lugano sta diventando veramente un punto centrale per tutto quello che riguarda non solo Bitcoin, ma anche tutta la finanza digitale, ribadisce Foletti. A me sembra una scommessa vinta, vinta, anche perché noi abbiamo sempre detto che volevamo essere un ponte tra la vecchia finanza e la nuova finanza e oggi ci rendiamo conto che le banche hanno capito questo nostro obiettivo. Hanno capito anche il valore di questi asset digitali e stanno facendo di tutto per implementare anche questi nella loro offerta di investimento”.
RSI ha chiesto a Gianluigi Mandruzzato, economista della banca EFG, come viene vissuta la realtà cripto dal mondo bancario anche perché a “Lugano Plan B” non mancavano esponenti del settore più tradizionale, la finanza classica.
“Effettivamente - riferisce Mandruzzato - l’interesse è cambiato negli anni ed ora è sicuramente più accettato il mondo degli asset digitali o cripto asset, come vengono anche chiamati. Rimane soprattutto forte l’interesse rispetto alla tecnologia sottostante, perché facilita la gestione dei pagamenti e può quindi migliorare ad aumentare l’efficienza dello svolgimento anche di attività bancarie diciamo così, tradizionali”.
Lugano capitale delle criptovalute
Il Quotidiano 25.10.2024, 19:00
Avete notato magari una migrazione degli investimenti verso le cripto o ci sono delle richieste di rendimenti superiori a voi, visto che le persone vedono che c’è chi si arricchisce con le cripto?
“I riscontri in generale dalla clientela nel settore sono stati sicuramente di maggiori interesse e richiesta di informazioni. Una volta ricevute le quali, comunque, è quasi sempre prevalsa la consapevolezza che si tratta appunto di asset molto volatili, che quindi potrebbero portare a grandi guadagni, ma che comportano anche grandi rischi. Quindi una eventuale esposizione a questo tipo di attività finanziarie deve essere chiaramente contenuta per tenere sotto controllo complessivamente il rischio di portafoglio. Fatta eccezione ovviamente per la clientela che invece ha già di sua iniziativa un interesse o un’attività nel settore, il riscontro non è stato certo tale da allontanare risorse o masse da gestire rispetto alla clientela tradizionale”.
Oggi il mondo crypto è davvero facilmente accessibile, soprattutto se ripensiamo invece agli albori. Notate che le persone si danno di più al fai da te?
“Sicuramente uno degli appeal del mondo delle aste digitali è questo, la facilità di accesso. Al tempo stesso questo comporta anche dei notevoli rischi, perché magari un pubblico non pienamente informato - o non pienamente consapevole dei rischi a cui va incontro - potrebbe ottenere risultati finanziari molto diversi da quelli sperati. Questo è un aspetto che sicuramente, dal punto di vista della regolamentazione, va analizzato e forse anche migliorato rispetto alla situazione attuale”.
Bitcoin, che è un po’ il simbolo del mondo cripto, è quasi ai massimi storici. Simboleggia che il sistema funziona?
“No. Il successo in termini di prezzo del Bitcoin riflette sicuramente un maggiore interesse e questo ha guidato una ascesa dei prezzi. Però, questo è un fenomeno che abbiamo visto anche per altre attività finanziarie, senza che necessariamente il successo fosse duraturo. Certo, il caso del Bitcoin dura ormai da 15 anni, quindi si potrebbe pensare che una certa maturità sia stata raggiunta. Ciò detto, il settore degli asset digitali deve ancora dimostrare su ampia scala la sua indispensabilità per lo svolgimento di attività finanziarie. Fintanto che ciò non accadrà, rimarrà comunque un settore relativamente di nicchia”.