Non una vendetta per l’uccisione del 35enne del Bellinzonese, semplice conoscente, ma una reazione scatenata dalla brutalità della sua morte e dall’eco mediatica che ne è seguita. Sarebbe questo il motivo che avrebbe spinto la donna ad appiccare l’incendio alla pensione La Santa di Viganello, teatro del delitto.
Così ha dichiarato lei agli inquirenti. Di certo si è trattato di un gesto spiegabile solo con i gravi disturbi di cui da tempo è affetta. Ecco perché il procuratore pubblico Pablo Fäh ha preannunciato l’intenzione di commissionare una perizia sulla 28enne (tuttora ricoverata, in stato di carcerazione preventiva, alla Clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio).
La mattina del 28 dicembre la giovane, difesa da Alessia Angelinetta, è entrata in uno dei bagni della pensione, e con un accendino ha dato fuoco agli asciugamani. Sette le persone che si trovavano nello stabile di via Merlina, subito evacuato e ora definitivamente chiuso.
Di qui le accuse ipotizzate da Fäh: tentato omicidio, incendio intenzionale, danneggiamento ed esposizione a pericolo della vita altrui.
Francesco Lepori