Ticino e Grigioni

Alex Farinelli nuovo ambasciatore dell’economia alpestre

Il consigliere nazionale è stato nominato presidente della STEA, un “outsider” che segna un cambio di passo per il settore: “Felice di fare lobbing per il formaggio d’alpe” - Intervista

  • 13 aprile, 18:16
  • 17 aprile, 12:10
02:39

SEIDISERA del 13.04.2024 - L’intervista di Romina Lara ad Alex Farinelli

RSI Info 13.04.2024, 18:10

  • archivio TI-Press
Di: SEIDISERA-Lara/dielle 

Alex Farinelli è il nuovo presidente della Società ticinese di economia alpestre (STEA). Lo ha deciso oggi l’assemblea annuale tenutasi ad Airolo, un incontro affollato che ha portato alla nomina del consigliere nazionale PLR, che era anche l’unico candidato proposto. Una scelta particolare che vuole forse segnare un cambio di passo per il settore ticinese, confrontato con molte sfide. 

Il testimone passa dopo 12 anni di presidenza ricoperta da Valerio Faretti. Ma cosa c’entra Alex Farinelli, che è un politico di spicco, ma che non viene propriamente da collegare al settore dell’economia alpestre, con gli alpeggi e l’economia alpestre?

È una domanda che mi sono posto anch’io quando sono venuti a domandarmi se fossi disponibile, perché effettivamente io non appartengo a questo mondo. Però in un comitato che si occupa di promuovere questo settore, di farlo sviluppare, è importante avere delle persone che abbiano delle competenze anche differenti. Le sfide che ci aspettano sono sfide che riguardano anche la politica e l’opinione pubblica e in quel campo sicuramente potrò dare il mio contributo.

La sua nomina apre un canale anche a Berna visto che lei è consigliere nazionale. Quali sono i temi su cui si vuole concentrare?

La politica agricola è una politica che parte soprattutto dalla matrice federale e in questo senso la possibilità di interloquire con gli uffici federali e con le istanze politiche a Berna è sicuramente importante. Penso ad esempio alla questione del lupo o allo sviluppo degli alpeggi, diciamo che ci sono un certo numero di temi che sono già sul fuoco”.

E poi c’è il progetto eccellenze alpestri: oggi è stato annunciato che a breve arriverà in Consiglio di Stato e poi in Gran Consiglio forse entro giugno. Si punta a promuovere il formaggio d’alpe a livello svizzero. Il neopresidente fa un parallelismo con il vino ticinese, oggi conosciuto in tutto il Paese. Guadagnare terreno e mercato nel resto della Svizzera non è però sempre facile: il caso LATI è emblematico. Non è un po’ rischioso? 

Non è rischioso perché il formaggio ticinese è un formaggio di alta qualità che ha anche il suo prezzo perché dietro c’è moltissimo lavoro per produrlo. È giusto che venga remunerato e deve quindi rivolgersi anche a un pubblico che abbia la possibilità di acquistarlo. Soprattutto la Svizzera tedesca conosce già i nostri prodotti e il formaggio d’alpe può essere sicuramente un ambasciatore eccezionale per il Canton Ticino”.

E ci sono i numeri per riuscire a garantire anche la domanda locale, che c’è ed è alta?

Ci sono, però l‘essenziale è far sì che gli alpigiani possano continuare a fare il loro lavoro. E qui, per esempio, si innesca la tematica del lupo che sta in questo momento minacciando proprio questo tipo di attività.

La sua sarà soprattutto anche un’attività di lobbing?

Sarei molto contento di essere un lobbista del formaggio d’alpeggio ticinese, un prodotto di alta qualità. E poi, soprattutto, è legato profondamente e tradizionalmente, al nostro territorio. 

In Ticino ci sono circa 200 alpeggi, di cui un’ottantina quelli caricati con mucche da latte. D’estate si producono mediamente 380 tonnellate di formaggio d’alpe. La pioggia, ma anche la neve in quota di questa primavera fanno ben sperare per l’annata 2024. 

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Il Quotidiano 13.04.2024, 19:00

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