Siamo a fine agosto e normalmente, piano piano, gli alpigiani e le alpigiane si preparano a lasciare – dopo una lunga e fresca estate - le quote più alte con il loro bestiame. Invece quest’anno molti alpi sono già stati scaricati: il bestiame è rientrato in anticipo “al campo base”. Il motivo? Non stava bene. E questo perché sono scarseggiati due elementi fondamentali per l’allevamento in quota e la produzione di formaggio: l’acqua e l’erba. Anche in alta montagna infatti, la combinazione siccità e temperature elevate (un unicum da quando si misurano dal 1864) si è fatta sentire.
La poca, pochissima neve scesa questo inverno aveva permesso di iniziare in anticipo la stagione. Poi però anche le precipitazioni non sono arrivate nemmeno durante l’estate e così il terreno si è prosciugato, l’erba è invecchiata contemporaneamente a diverse altitudini, i pendii si sono fatti più pericolosi e addirittura l’acqua – per abbeverare in primis gli animali - ha iniziato a scarseggiare. Forse alcuni/e di noi si saranno accorti/e, passeggiando in montagna negli scorsi mesi, che le nostre “produttrici” di formaggio dell’alpe - in alcune zone - erano visibilmente indebolite. Mentre si stimano già le perdite, per chi trascorre mesi isolato con il suo bestiame per produrre un bene che ha anche permesso più volte al Ticino di brillare a livello internazionale, metteremo i riflettori su questo mondo alpino.
Quali conseguenze ha e avrà questa estate secca sulla produzione di formaggio dell’alpe? E sui nostri allevatori? Quanti inverni senza neve ed estati così siccitose saranno in grado di affrontare? Quale l’impatto economico e sociale di questi fenomeni climatici? Se guardiamo al futuro, quali prospettive ci sono? Quali scenari climatici ci attendono? Aldilà delle mucche e gli animali da allevamento, come sta la fauna in alta montagna? Come hanno fronteggiato il caldo e la siccità invernale + estiva gli abitanti delle quote più alte?
Ne parliamo con:
Alessandro Corti, direttore della Latteria del Ticino (LATI);
Luca Nisi, meteorologo, centro di meteorologia di Locarno Monti;
Nicola Pedrini, alpigiano in Leventina e membro della Società ticinese di economia alpestre;
Manuela Varini, biologa e docente al liceo di Lugano.
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