Ticino e Grigioni

Alleanze riuscite e mancate

Caprara e Dadò difendono la congiunzione fra PLR e PPD, Righini e Marchesi rivendicano il successo delle collaborazioni a sinistra e a destra

  • 18.11.2019, 10:53
  • 22.11.2024, 20:39
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Carobbio-Chiesa: doppio terremoto

Modem 18.11.2019, 08:20

  • tipress
Di: pon 

Alleanze riuscite e meno riuscite sono state al centro della puntata di Modem, che il giorno dopo il ribaltone politico ticinese, con l'elezione di Marco Chiesa (UDC) e Marina Carobbio Guscetti (PS) al Consiglio degli Stati e l'esclusione in un sol colpo sia del PPD che del PLR, ha ospitato i quattro presidenti cantonali delle formazioni scese in campo domenica.

La sconfitta non ha fatto cambiare idea né a Bixio Caprara (PLR) né a Fiorenzo Dadò (PPD), che hanno difeso la decisione di congiungere le rispettive liste di fronte alla minaccia, evocata da entrambi, "di due poli agguerriti a destra e a sinistra". I popolari-democratici hanno perlomeno salvato così il seggio di Marco Romano al Nazionale, ha ricordato Dadò, e l'alleanza PPD-PLR non è un'invenzione ticinese "ma esiste con ottimi risultati anche in altri cantoni svizzeri". E in futuro? "Bisogna decidere con chi collaborare" e la convinzione rimane quella che se non si fa fronte comune "i nostri due partiti sono destinati a scomparire o a dividersi". E proprio con divisioni interne è confrontato Caprara, nel mirino dell'ala radicale che già domenica ne ha invocato le dimissioni. Il presidente riconosce i malumori presenti già prima del voto, ma risponde citando Giovanni Merlini, che dopo il quarto posto di domenica ha detto che è il momento di unirsi. Anche in futuro "bisognerà lavorare con le forze politiche che hanno lo stesso approccio alla politica" e Caprara ripete il mantra delle soluzioni che "non sono così semplici" come quelle proposte dai vincitori del ballottaggio.

Hanno invece pagato, alle urne, le collaborazioni promosse a sinistra e a destra dal presidente del PS Igor Righini e da quello dell'UDC Piero Marchesi, forse anche perché non percepite dagli elettori come una scelta opportunistica per salvare la poltrona. "La collaborazione con la Lega non è stata creata negli ultimi giorni, va avanti da decenni sui temi ed è stata riconfermata da un accordo del novembre 2018 che si estende alla prossima legislatura, ha contribuito a salvare il secondo consigliere di Stato leghista alle cantonali ed è confermata per le comunali 2020", ha sottolineato il democentrista. L'UDC esce nel contempo dal cono d'ombra della Lega, con due parlamentari contro uno, e Marchesi rivendica un progetto che, con la sua presidenza dal 2016, ha portato a parlare "non solo di frontalieri". Convinto, inoltre, che il risultato di Chiesa si spieghi anche con i voti di simpatizzanti PPD e PLR e persino di chi ha messo la crocetta a un ticket all'apparenza contraddittorio con Marina Carobbio Guscetti.

In casa socialista, anche Righini rivendica il successo di quattro anni di riavvicinamento non solo con i Verdi, anche con le piccole formazioni di sinistra, e ringrazia tutti: "Occorreva guardare alle cose in comune e fare squadra", ha detto, perché "spesso e volentieri la pensiamo allo stesso modo". Replica inoltre alla "recita del centro" secondo la quale i due poli non vanno d'accordo e i voti dei due neoeletti si annulleranno reciprocamente a Berna: se è vero che per esempio sul mercato del lavoro gli approcci sono diversi, "l'importante è riconoscere che il problema esiste e non andare avanti a parlare di casi isolati".

18.11.2019: Marco Chiesa guarda alle comunali

02:57

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Il Quotidiano 18.11.2019, 20:00

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