Il futuro pensionistico dei dipendenti della nuova città fa discutere a Bellinzona. L'aggregazione ha comportato la necessità di giungere alla parità di trattamento all'interno del personale che fino ad aprile lavorava per comuni che erano affiliati a casse diverse e conoscevano regimi diversi. Alcuni facevano capo alla Cassa per l'energia, altri all'Istituto di previdenza cantonale. Alcuni andavano in pensione con il primato dei contributi, altri secondo quello delle prestazioni. Alcuni potevano beneficiare di fondi per il pensionamento anticipato, altri no.
Il Municipio, con l'avallo del Fronte unico dei dipendenti, ha proposto l'affiliazione per tutti (sono 800, docenti esclusi) all'istituto di previdenza del settore energetico svizzero secondo il primato dei contributi. Un cambiamento sottoposto a votazione interna (il termine scade a fine mese) che ha suscitato il malumore di taluni e domande in molti. L'esito della consultazione non è scontato, come confermato dalla discussione di lunedì pomeriggio al Mercato coperto di Giubiasco dove si è svolta un'assemblea straordinaria per valutare eventuali correttivi.
C'è chi ne fa una questione di principio. Chi teme un peggioramento delle condizioni. Chi invece è convinto delle rassicurazioni ricevute dal datore di lavoro che prevede di versare un contributo di 15 milioni di franchi per evitare contraccolpi.
A dar battaglia è anche l'MPS con l'ex consigliere comunale Matteo Pronzini che, presentandosi quale difensore degli interessi dei dipendenti, getta dubbi anche sulla legittimità della votazione in corso.
Intanto oggi l'assemblea tramite una mozione ha rivendicato l'estensione a tutti gli ultra 50enni dell'ammortizzatore previsto per ovviare alle situazioni di svantaggio che si creeranno per gli assicurati più anziani. In ballo ci sono 7 dei 15 milioni. Ma non è detto che la cifra sia definitiva.
Diem/Quot/CSI