La sentenza di condanna a 6 anni e 6 mesi pronunciata lo scorso marzo dai giudici del tribunale d'appello di Milano nei confronti di Waldo Bernasconi, per i fatti accaduti alla SanaVita di Breganzona e alla Cascina Respaù di Como, è stata impugnata dai legali del “guru” ticinese con un ricorso in Cassazione.
Nei confronti di Bernasconi resiste un solo reato di violenza sessuale ai danni di una sola paziente. Tutti gli altri, due violenze sessuali, esercizio abusivo della professione medica, truffa di due milioni di euro ai danni delle Asl italiane che aveva pagato la degenza di oltre 400 pazienti, sono stati prescritti. Fra i motivi del ricorso c'è, secondo i difensori di Waldo Bernasconi, un difetto di giurisdizioni in quanto la competenza sarebbe della magistratura svizzera, poiché le violenze sessuali sarebbero state consumate in Ticino.
Considerati i tempi lunghi della giustizia italiana c'è il rischio i prescrizione anche dell'ultimo reato, per cui ai fini del risarcimento del danno, 200'000 euro in via provvisionale ai genitori di una ragazza di Morbegno che si è suicidata, fa testo la condanna di secondo grado.
Red.MM/Marco Marelli/Swing