Ticino e Grigioni

Boas Erez e il nodo della gestione dell’USI

L’attuale rettore non si sarebbe mai abituato al ruolo sempre più importante del Consiglio dell’università; motivo per il quale è stato deciso di interrompere la collaborazione

  • 26 aprile 2022, 20:12
  • 20 novembre, 16:02
05:31

La versione della presidente del Consiglio dell'USI

SEIDISERA 26.04.2022, 20:13

  • ©Tipress
Di: SEIDISERA/FrCa 

L’Università della Svizzera italiana ha comunicato venerdì la separazione dal suo rettore Boas Erez. Si è parlato delle divergenze di vedute sulla gestione amministrativa e tuttavia resta sul tavolo ancora qualche elemento non chiaro rispetto a queste divergenze e alla loro portata. Dopo parecchie telefonate, è confermato che la politica, quella locale non c'entra nulla con il divorzio tra l'Università ed Erez. C'entrano invece i modi in cui è stata gestita l'università.

Sappiamo di certo che negli anni il Consiglio dell'Università ha acquisito potere nell'ambito di quel sistema duale (il rettorato da una parte; il consiglio universitario dall'altra) che si è rafforzato nel 2019 con una modifica di legge votata dal Gran Consiglio e che prevede tra l’altro la nomina di un direttore operativo che si occupa di questioni amministrative. Un sistema al quale Boas Erez non si sarebbe mai abituato e che avrebbe poi portato alla decisione (presa all'unanimità dal Consiglio dell'università) di interrompere la collaborazione. Almeno così è emerso dalle nostre verifiche e dalle risposte che abbiamo cercato dalla presidente del Consiglio dell'Università Monica Duca Widmer, che ai microfoni di SEIDISERA spiega: “Il rettore può anche non trovarsi bene in un sistema duale che all’inizio non c’era. Un rettore che è abituato a fare senza dover riferire troppo. Per questo che abbiamo parlato di decisione consensuale. Magari noi da una parte ci aspettavamo più collaborazione, dall’altra lui magari si aspettava più libertà di azione; alla fine abbiamo deciso di lasciarci, in un momento nel quale è anche in corso la ristrutturazione dell’amministrazione”.

Sempre secondo le nostre verifiche, a Boas Erez veniva rimproverato di essere poco incline ai compromessi. Un esempio: la gestione della pandemia; quando nel settembre dell'anno scorso tutti chiedevano il certificato covid per l'insegnamento di base lui aveva scelto di tirare dritto e di non richiederlo. Questo è un esempio di una relazione che nell’ottica del Consiglio non funzionava? “Un po’ sì. Il Consiglio adesso ha un ruolo un po’ diverso, quindi ci aspetta una collaborazione e uno scambio anche su questi temi – risponde Monica Duca Widmer –. Il rettore attuale è stato nominato in un momento in cui la sua posizione era diversa: o uno si adatta al nuovo ruolo con il sistema duale, o va avanti facendo come se questo sistema non esistesse; dopo si arriva ad avere visioni diverse”.

Queste, dunque, le spiegazioni della presidente del Consiglio dell'Università; Boas Erez ci ha ribadito che non parlerà prima del Dies Academicus il prossimo 7 maggio come annunciato nel comunicato stampa di venerdì.

Nei prossimi mesi, se lo vorrà Boas Erez potrà insegnare matematica all'USI. La proposta, spiega Duca Widmer, è la conseguenza di un contratto: “Era già professore dell’USI, ma essendo rettore veniva esonerato dalle attività di professore. Cadendo il suo ruolo di rettore, resta quello di professore: inizierà a fare il professore, finora non l’aveva fatto per il semplice motivo che quando è arrivato è stato subito nominato rettore”.

Un altro punto aperto è il mansionario previsto per il futuro rettore. “Ci sarà scritto quello che c’è nello statuto”, continua Duca Widmer, “che c’è un Consiglio universitario, che è un gremio strategico e di controllo su quanto viene fatto, e che quindi c’è una ripartizione dei ruoli chiara: la parte operativa viene delegata al rettore, ma rimane il “controling” da parte del consiglio; è già tutto così: bisogna accettare il sistema”.

In questa fase Lorenzo Cantoni (oggi prorettore) farà le veci del rettore; ci è stato però assicurato che il concorso sarà aperto a tutti senza vie preferenziali.

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