Anche in Ticino, a quattromila chilometri dagli scontri in Medio Oriente, i pareri restano lontani. “Si sente da Israele che sono sotto shock perché nessuno si aspettava un colpo simile”, dice alla RSI Elio Bollag, che a Lugano incarna la comunità israelita. Il suo pensiero corre subito al ruolo dell’intelligence, che non è riuscita a prevedere gli attacchi di Hamas: “Israele è stato umiliato. Questo è abbastanza nuovo e mi deprime”, dice Bollag riferendosi alla nazione che dispone di uno degli eserciti migliori al mondo. Questi giorni, continua, rimarranno nella storia del conflitto israelo-palestinese. “Israele è frutto di una storia che dura da 3’500 anni e che va avanti tra alti e bassi. Ora ha subito un colpo di quelli che rimarranno come e, forse, ancora di più della guerra dello Yom Kippur”.
Sono trascorsi cinquant’anni dal quarto scontro arabo-israeliano del 1973. Un evento che ricorda bene anche Ibrahim Dasoki, di origine palestinese ed esponente dell’associazione Svizzera-Palestina, che da decenni vive in Ticino. “Quello che sta accadendo adesso in Palestina è qualcosa di straordinario. Perché mai è successo qualcosa a questo livello. I Paesi arabi, con i loro soldati, hanno perso quattro guerre ed ora i palestinesi hanno detto basta”. Ibrahim Dasoki non condanna quanto successo sabato. I fronti, anche osservati dal Ticino, restano distanti, tranne che per un aspetto: la pace resta lontana.
Israele riprende il controllo delle località di confine
Telegiornale 09.10.2023, 12:47