Le indagini sulle fatturazioni alla Carità hanno portato alle prime decisioni. Riguardano le tre segretarie del nosocomio locarnese, finite sotto inchiesta nell’autunno scorso con le accuse di complicità in truffa per mestiere e complicità in falsità in documenti. Nei loro confronti il procuratore Andrea Pagani ha archiviato il caso, firmando un decreto di abbandono.
Le tre dipendenti sapevano che quelle operazioni erano state effettuate dai due capiclinica e non, come figurava sulle fatture, dal vice-primario. Il medico stesso, di cui avevano seguito le direttive, aveva però lasciato intendere che tutto fosse in regola. Le segretarie non avevano quindi la consapevolezza dell’illecito. Né avrebbero potuta averla, per la complessità del sistema di fatturazione.
Nei decreti, emessi alla fine di aprile, Pagani ha parlato comunque di comportamento negligente. “Con una semplice domanda al proprio superiore (il primario) le irregolarità – si legge - sarebbero state immediatamente scoperte.”
Francesco Lepori
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