Sale a sette il numero degli arresti per il tentato assalto al portavalori sventato il 16 ottobre scorso a Castelrotto. Giovedì mattina è finito in manette anche un 37enne italiano. L’uomo si era presentato alla sede della SUVA, a Bellinzona, per discutere della pratica AI aperta a seguito dell’infortunio che aveva subìto quando lavorava, come frontaliere, in un’impresa ticinese. Ma ad attenderlo ha trovato la polizia.
Gl’inquirenti lo accusano d’aver preso parte (dietro compenso) alla spedizione che quattro mesi fa entrò in Ticino armata di mitra, pistola e mazzotto. Con la sua auto trasportò uno dei sei complici, per poi tornarsene in Italia. Dopo la mancata rapina venne fermato dai carabinieri, che però (in assenza di un mandato di cattura dalla Svizzera) furono costretti a rilasciarlo subito.
Il 37enne, difeso dall’avvocato Walter Zandrini, ha già parzialmente ammesso le proprie responsabilità. Toccherà ora al procuratore capo Nicola Respini di definire con esattezza il ruolo avuto nella vicenda.
Francesco Lepori