Chi vince l’elezione della pandemia? Il PLRT, la sinistra e le liste civiche.
I liberali segnano un eccellente +10. “Il progetto è iniziato con Rocco Cattaneo. Io lo sto continuando. La presidenza deve pensare a quelle dopo e lasciare in eredità un partito in fase di continua evoluzione. Forze nuove. Energie fresche. E soprattutto un’interpretazione aggiornata e moderna dei bisogni dei cittadini. Questa è la sfida principale. E stavolta sembra che abbiamo cambiato marcia”, ha commentato raggiante il presidente Alessandro Speziali. Il PLR si è confermato a Locarno con Alain Scherrer, Nicola Pini e Davide Giovannacci. A Mendrisio oltre al sindacato di quindicina con Samuele Cavadini ha conquistato anche la maggioranza relativa in Municipio. E a Bellinzona è riuscito a confermare i tre seggi e con Simone Gianini potrebbe anche andare al ballottaggio e cercare di riprendersi la poltrona di Mario Branda (PS). Il PLR ha però tra le mani anche la patata bollente di Lugano: il partito è spaccato in due su diversi temi strategici come l’aeroporto ed il PSE, l’elettorato ha disertato le urne ed il presidente sezionale Guido Tognola è dimissionario.
Prima della pandemia l’onda rosso/verde stava cambiando parecchi equilibri politici. Ebbene: il virus l’ha forse un po’ rallentata, ma non l’ha fermata. Anzi: l’area a questo giro segna un +8. “Il nostro obiettivo è quello di crescere come fronte rosso/verde, per una politica più attenta ai bisogni dei cittadini e dell’ambiente”, ha detto la co-presidente Laura Riget. Detto-fatto. A Locarno, accanto alla socialista Nancy Lunghi, è entrato in Municipio pure l’ecologista Pier Zanchi, il primo Verde della storia a sedere nell’esecutivo di una città ticinese. Simbolico pure il successo dell’ex presidente del PS Igor Righini, sindaco di quindicina nella sua piccola Pollegio.
E chi perde? PPD e Lega/UDC. Per i popolari democratici la débâcle con quell’impietoso -15 è davvero senza appello. E uno dei pochi motivi per sorridere è la buona elezione di Filippo Lombardi a Lugano che ha permesso al partito di salvare il seggio nella maggiore città del cantone. "A volte si sale, altre si scende. La situazione nei comuni è sempre un po' fluida: dipende dal momento e dalle persone in gioco", ha commentato il presidente Fiorenzo Dadò, cercando di gettare acqua sul fuoco. Ma l’impressione è che il problema sia più profondo e abbia una spiegazione in parte anche generazionale: il PPD è un partito “vecchio”.
L’area di destra perde 9 seggi negli Esecutivi. Ma in Via Monte Boglia ci sono anche parecchi motivi per festeggiare. Marco Borradori, Michele Foletti e Lorenzo Quadri a Lugano hanno stra-dominato. Inoltre il movimento conferma le poltrone nei Municipi delle altre città del cantone: a Bellinzona con Mauro Minotti, a Mendrisio con Daniele Caverzasio, a Locarno con Bruno Buzzini e a Chiasso con Roberta Pantani Tettamanti. “Se questo è perdere, fateci perdere sempre così”, ha infatti commentato il coordinatore Boris Bignasca.
Infine una considerazione sulle liste civiche: nascono come coalizione di forze di minoranza o come alleanze di protesta contro il sistema partitico tradizionale. Oggi in Ticino sono però più che altro delle liste legate ad una personalità forte, come Stefano Gilardi a Muralto, Giorgio Pellanda a Centovalli o Moira Medici a Cevio. E oggi, con un +8, sono ormai un fenomeno consolidato.
Joe Pieracci
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