C'è chi prova scacciarle con metodi naturali, come l'acqua mista ad aglio, aceto o sapone, che però hanno risultati poco duraturi: parliamo delle cimici, presenti quest'anno in gran numero alle nostre latitudini. L'invasione è di origine asiatica, gli insetti sono marroni e non verdi come quelli indigeni, e sono presenti in Ticino da circa tre anni. Il loro numero, complice il caldo, è però cresciuto e con esso anche quello delle chiamate ai disinfestatori: "Le telefonate sono almeno una decina al giorno", secondo Enea Cattaneo della ditta Bitis. All'esterno delle case gli specialisti usano un prodotto che uccide le cimici, nei cassoni delle tapparelle, dove spesso si nascondono alla ricerca di un posto per svernare, una farina fossile che ne attacca le articolazioni.
In assenza di un predatore naturale, quest'anno sono aumentati anche i danni all'agricoltura, per la prima volta significativi. Stando a Cristina Marazzi, biologa del servizio fitosanitario cantonale, ci sono state perdite commerciali abbastanza rilevanti: colpite le solanacee, come pomodori e melanzane, ma anche frutti come pesche, mele e pere, che assumono una forma invendibile, mentre more e lamponi assorbono il cattivo odore della cimice. Non c'è però attualmente nessun prodotto per combatterla nelle coltivazioni.
CSI/pon
CSI 18.00 del 20.10.2016 Il servizio di Amanda Pfändler
RSI Info 20.10.2016, 20:07