Ticino e Grigioni

Raoul Ghisletta: “Oggi la mobilitazione è meno automatica”

Cambio della guardia in casa VPOD: l’attuale segretario cantonale lascia il posto dopo oltre 30 anni di attività sindacale. L’occasione per un bilancio personale

  • 11 aprile, 16:00
  • 11 aprile, 20:07
02:11

RG 12.30 dell’11.04.2025: Il servizio di Pervin Kavakcioglu su Raoul Ghisletta

RSI Info 11.04.2025, 12:30

  • archivio TI-Press
Di: Radiogiornale-Pervin Kavakcioglu/joe.p. 

Cambio della guardia in casa VPOD. L’attuale segretario cantonale Raoul Ghisletta lascerà il posto dopo oltre 30 anni di attività sindacale. Nel tardo pomeriggio si svolgerà l’assemblea annuale durante la quale verranno nominati 4 nuovi co-segretari sindacali, ognuno responsabile di un settore. La nuova segreteria sarà composta da: Fausto Calabretta, responsabile del settore ospedaliero e dei SACD; Edoardo Cappelletti, responsabile del settore Stato, scuola e polizia; Giulia Petralli, responsabile del settore sociale, asili nido e deputata al Gran Consiglio; Stefano Testa, responsabile del settore case anziani e cliniche. La nuova organizzazione ha avuto il via libera dall’assemblea.

La giornalista di SEIDISERA Pervin Kavakcioglu ha incontrato Raoul Ghisletta per fare un bilancio di questi quasi 33 anni nella VPOD, partendo dalla storia più recente: la sua elezione nell’aprile dell’anno scorso nel Municipio di Lugano per il partito socialista.

Lei è stato eletto in municipio l’anno scorso, ma lascia la VPOD solo ora: è un periodo un po’ lungo, che per qualcuno dei suoi avversari può anche voler dire avere il piede in due scarpe...
                
“È stato necessario perché è stata una transizione di un certo peso: abbiamo dovuto formare delle persone all’interno, per garantire che le cose andassero bene”.

Ogni tanto fare attività sindacale fa rima anche con essere un po’ all’opposizione. Ora si trova invece dall’altra parte: in un esecutivo. Lei è stato anche consigliere comunale e gran consigliere, ora che si trova dall’altra parte come cambia la prospettiva?
                
“I due ruoli sono abbastanza diversi. Chiaramente il sindacato difende gli interessi dei lavoratori. E nel nostro caso si difende anche la qualità del servizio pubblico, che è un altro elemento molto importante per la VPOD. Il Municipio ha un aspetto più gestionale, ma bisogna anche portare le proprie idee. E a dipendenza dei contesti, si può anche essere un po’ all’opposizione”.
                
È ancora facile - o è difficile - al momento attuale fare attività sindacale?
                
“Sull’arco di 30 anni il clima è decisamente cambiato. Diciamo che gli attacchi al servizio pubblico e ai dipendenti pubblici e para-pubblici sono aumentati di intensità. D’altra parte, nell’approccio verso il sindacato, si è diventati meno disponibili a investire del tempo. Come militanti bisogna trovare degli argomenti e degli stimoli diversi. La mobilitazione è meno automatica”.
               
Secondo lei perché?
                
“Credo che ci sia un cambiamento sociologico molto grande in corso: il mondo sta diventando sempre più individualista. Ognuno vede il suo piccolo problema e ritiene che sia grandissimo e al contempo fa fatica a mettersi nel contesto di una visione più ampia. Il ruolo del sindacato però deve essere quello di risolvere i problemi dei singoli, ma anche quello di riuscire a portare avanti delle visioni globali”.     

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