Gli attivisti torneranno in piazza oggi, venerdì, per un altro sciopero in favore del clima. Lo scorso 24 settembre scesero per strada 800'000 persone in tutto il mondo, Svizzera compresa, per chiedere ai Governi politiche più efficaci in tema di cambiamenti climatici. "Fridays for future" toccherà anche la Svizzera italiana e alla manifestazione saranno presenti anche loro, gli attivisti di Extinction Rebellion. Il gruppo, noto per l'uso della disobbedienza civile durante le loro azioni, sosterrà le altre organizzazioni presenti al Sud delle Alpi.
La sezione ticinese è nata nel febbraio del 2020, come spiega Floriano Crivelli, membro di XR Ticino: "L'inizio è stato rallentato dalla pandemia, ma abbiamo già organizzato alcune azioni in Ticino". Azioni come quelle viste di recente a Zurigo non sono al momento previste, ma potrebbero avvenire in futuro: "Sicuramente più il tempo passa, più ci sarà bisogno in ogni Cantone di fare azioni di questo genere.
Floriano Crivelli, membro di XR Ticino
Circa una decina gli affiliati, anche se il numero cresce durante le manifestazioni: "Arriviamo a circa 30-40". Al momento il gruppo ticinese fa più da spalla alle altre sezioni, come è successo sulle rive della Limmat, quando molti sono stati arrestati: "Questo non ci fermerà, sappiamo benissimo a cosa andiamo incontro, siamo preparati e sappiamo cosa rischiamo, ma è il modo che abbiamo scelto per portare l'attenzione sui cambiamenti climatici".
Bloccare strade, ponti e vie è ormai il marchio di fabbrica di Extinction Rebellion, che si fa spesso notare anche per le azioni ad effetto, come la Limmat verde. Non tutti vedono però di buon grado queste operazioni: "Sappiamo che diamo fastidio alle persone, ci scusiamo, non lo facciamo per divertimento, ma per dare un segnale al Governo. I fastidi che provochiamo ad alcuni, diventeranno la morte di moltissima gente".
Attivisti a Berna
Sostanzialmente, sono tre le richieste che questi attivisti fanno alla Confederazione: "Il Governo deve ammettere che c'è una crisi climatica. Poi dobbiamo ridurre le emissioni entro il 2025 e non entro il 2050. Infine vogliamo avere un dibattito democratico, spingiamo per la creazione di assemblee cittadine, che sono un metodo democratico per risolvere problemi complessi".
Un modo d'agire che sta piano piano smuovendo qualcosa, ma ancora non basta: "In Inghilterra hanno dichiarato l'emergenza climatica, la stessa cosa l'hanno fatta in alcuni cantoni. Notiamo che non siamo ancora al punto dove non c'è bisogno di Extinction Rebellion. Dobbiamo fare molto di più, non siamo noi a dirlo, ma la comunità scientifica".
Un'azione a Ginevra
Clima le rivelazioni della BBC
Numerosi paesi stanno esercitando pressioni per rallentare l'azione di contrasto al cambiamento climatico: lo rivela la BBC che ha esaminato documenti in cui si evidenzia come governi, aziende e altre entità interessate abbiano cercato di condizionare i rapporti scientifici delle Nazioni Unite sulla base dei quali i paesi vengono invitati ad agire. Una premessa certo non incoraggiante a meno di 10 giorni dall'apertura della COP26, la conferenza internazionale sul cambiamento climatico che quest'anno si tiene a Glasgow.
Radiogiornale delle 12.30 del 21.10.2021: il servizio di Manjula Bhatia
RSI Info 21.10.2021, 16:58
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