È scattato il conto alla rovescia per il lancio della missione spaziale Asclepios 2, la prima realizzata da studenti per studenti. Si tratta di una simulazione in tutto e per tutto di una base lunare, allestita sul passo del San Gottardo sulla base di ben 500 le pagine di protocolli delle agenzie NASA ed ESA riadattati allo scopo.
E nella stazione spaziale sono entrate anche le telecamere de Il Quotidiano, attraverso gallerie chilometriche e caverne della fortezza costruita durante la Seconda guerra mondiale: un ambiente simile a quello lunare.
“La missione, dal punto di vista scientifico, segue lo scopo principali di quelle sulla luna, ovvero trovare acqua, che come sappiamo è essenziale per la vita”, spiega Nicolas Sepúlveda, responsabile scientifico di Asclepios 2. Lui ha 23 anni, viene dal Cile e lì studia ingegneria aerospaziale all’Università di Concepcion. Qui invece si occupa dei contatti con gli istituti di ricerca. “Sono circa 10 in tutto il mondo, che collaborano con noi fornendoci materiale o lavorando a progetti condivisi, non solo in questa missione ma anche sul lungo periodo”, spiega.
Proviene da lontano anche Katie Mulry: texana di 21 anni, è una dei sei astronauti che da giovedì, per due settimane, vivrà nella base monitorata 24 ore su 24 dalla sala comandi. Sarà un’esperienza impegnativa, spiega ai microfoni della RSI, “ma penso che imparerò tantissimo. Mi piace soprattutto il lavoro di gruppo, lavoriamo bene insieme e ci siamo esercitati anche a lavorare sulla gestione dei problemi”.
Problemi legati anche all’isolamento - lo spazio per dormire, mangiare e andare in bagno è quello che è - e alla quindicina di esperimenti scientifici che condurranno durante la missione. Tra questi oltre alla ricerca di acqua, c’è anche la costruzione di una torre atmosferica.
Responsabile di tutti gli esperimenti è la 22enne Somaya Bennani. Viene dal Marocco e studia al Politecnico federale di Losanna, dove è nata l’associazione Asclepios 2.
“Quando avevo 16 anni ho partecipato a un programma spaziale organizzato in Marocco – ci spiega –. E ho avuto la possibilità di andare alla NASA: sono rimasta incantata da questo mondo e dalle incredibili opportunità che può darti. E ho deciso che di lavoro avrei fatto questo. Ora far parte di una missione analoga per me è un punto di partenza per capire se davvero voglio essere un astronauta e andare nello spazio".