Ticino e Grigioni

Crac Adria, difese al contrattacco

In aula il tentativo di mettere in dubbio l’operato e i controlli di Banca WIR

  • 4 giugno, 19:01
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Processo crash Adria: seconda giornata animata

SEIDISERA Magazine 04.06.2024, 18:20

  • Tipress
Di: SEIDISERA/RSI Info 

Secondo giorno di processo per il caso Adria Costruzioni, la società edile che nel 2015 fu al centro di un crac edilizio milionario poi sfociato nel fallimento: martedì nella sala del Consiglio comunale di Paradiso (che per l’occasione si è trasformata in un’aula penale volta a ospitare la Corte delle Assise criminali presieduta dal giudice Marco Villa) le difese sono passate al contrattacco.

Difese che hanno tentato di mettere in dubbio l’operato e i controlli della banca al centro della vicenda: la Banca WIR di Lugano. L’istituto a cui il fallimento di Adria Costruzioni aveva causato un danno di circa 22 milioni di franchi. Ma anche l’istituto che ha concesso crediti di circa 100 milioni che hanno permesso alla società edile di crescere in fretta.

A processo, lo ricordiamo, ci sono sette persone. Tra di loro i titolari di Adria Costruzioni (Filippo e Adriano Cambria) e l’ex direttore di Banca WIR, Yves Wellauer. Quest’ultimo è accusato di aver utilizzato la sua posizione di direttore per influenzare (secondo l’accusa anche con l’inganno) gli organi di controllo di Banca WIR, di aver spinto la banca a concedere ipoteche che Adria probabilmente non si poteva permettere.

Ed è proprio su questo aspetto che oggi hanno puntato le difese, chiedendo al giudice di approfondire il ruolo che in tutto questo ha avuto la banca stessa. Quali controlli venivano effettuati? Venivano chieste garanzie adeguate? E quello di Adria è stato un caso oppure - e le difese sostengono sia così - non era la prima volta che WIR ci rimetteva soldi in operazioni immobiliari?

La strategia sembra dunque chiara: mettere in dubbio l’operato della banca per attaccare in realtà l’atto d’accusa presentato dal Ministero pubblico. Perché giuridicamente il reato di truffa regge solo se gli imputati hanno compiuto un inganno astuto nei confronti della banca. Ma se a processo si stabilirà che questi controlli non erano sufficienti è possibile - ma questo sarà chiaramente la Corte a deciderlo - che il reato cada. Oppure non si può escludere che il processo subisca uno stop, qualora la Corte decidesse di approfondire la questione a ascoltare, per esempio, nuovi testimoni.

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Il caso Adria in aula

Il Quotidiano 03.06.2024, 19:00

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