L’appendice luganese dell’inchiesta sul crac del gigante agroalimentare italiano Parmalat dovrebbe approdare nell’aula del Tribunale penale federale di Bellinzona il prossimo mese di agosto. Salvo cambiamenti di programma. Il dibattimento, come riferisce il CdT rischia di annunciarsi come estremamente tecnico e combattuto.
Il ramo elvetico dell’inchiesta, coordinata dall’ex procuratore federale Pierluigi Pasi, era terminata nel maggio dello scorso anno in un atto d’accusa a carico di Luca Sala, ex manager ed ex consulente del gruppo Parmalat. I reati che vengono ipotizzati a suo carico vanno dal riciclaggio aggravato, alla ripetuta falsità in documenti, alla corruzione attiva. A Sala (con altre persone) viene rimproverato di essersi indebitamente appropriato di valori patrimoniali di pertinenza Parmalat. L’ex consulente ha sempre respinto ogni accusa.
Nel corso dell’inchiesta sono stati bloccati in Svizzera circa 10 milioni di franchi e nel Liechtenstein circa 21 milioni di dollari ritenuti proventi delle distrazioni illecite. I fondi, malgrado alcuni ricorsi, sono tuttora sotto sequestro.
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