La Francia doterà ognuna delle circa 50'000 celle del paese di un telefono, dopo un test in una prigione che ha dato esiti positivi in particolare sul fronte del numero di risse per effettuare una chiamata. La decisione annunciata martedì non rischia di fare scuola in Ticino: il direttore delle strutture carcerarie cantonali Stefano Laffranchini, ai microfoni delle Cronache della Svizzera italiana, la definisce "un aggiramento del problema".
"Lo scopo è la risocializzazione e anche a questo scopo si può sfruttare un telefono condiviso", spiega. Alla Stampa ce ne è uno ogni 16 detenuti, liberamente accessibile per quattro ore al giorno, otto nel fine settimana. La suddivisione del tempo la fa il cosiddetto "scopino", responsabile anche di mantenere puliti gli spazi comuni.
I telefonini dietro le sbarre sono vietati e per raggiungere questo scopo si deve passare da verifiche efficaci, sostiene Laffranchini. Se qualcuno passa le maglie dei controlli, inoltre, grazie ai rilevatori viene rapidamente trovato. Nel 2017 c'è stato un solo caso.
CSI/pon
CSI 18.00 del 03.01.2018 Il servizio di Francesca Calcagno
RSI Info 03.01.2018, 18:54
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