Dopo il metanolo degli anni 80’, le polveri magiche di barbera o chianti, è l’ora del “falso” borgogna. Un nuovo scandalo travolge il settore vitivinicolo toccando, seppur marginalmente, il Ticino.
La notizia è di pochi giorni fa. La guardia di finanza di Milano ha arrestato due persone, una delle quali amministratore di una società attiva nel commercio di vini nella Svizzera italiana. Gli indagati sono accusati di commercio illecito di Romanée-Conti, un famoso prodotto francese. I presunti truffatori, invece del pregiato nettare di Bacco, offrivano agli acquirenti un ben più scarso miscuglio di vini scadenti.
“Consumatori tranquilli”
I rischi di incappare in qualche raggiro non sono mai del tutto esclusi ma Bruno Bonfanti , presidente dell’Associazione ticinese negozianti di vino e vinificatori, rassicura: “In questi anni abbiamo fatto molto sul fronte della tracciabilità del prodotto. I consumatori, quindi, possono stare tranquilli: ricordo che in Svizzera è possibile fugare ogni dubbio e ricostruire le origini e la vita di ogni singola bottiglia”.
Alcuni suggerimenti
In ogni caso è bene che il consumatore segua alcune regole-base prima di ogni acquisto, a prescindere dal valore del prodotto. “Non sempre il prezzo è sinonimo di qualità", ricorda Antoine Casabianca , presidente dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana. Ascolta l’intervista integrale a lato.
Red. MM/Massimiliano Angeli
L'intervista ad Antoine Casabianca, presidente ACSI
RSI Info 28.10.2013, 17:25
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