Ticino e Grigioni

Disastri naturali, succederà sempre più spesso?

Il maltempo che ha colpito le valli meridionali della Svizzera solleva domande sulla frequenza futura di questi eventi - Intervista a uno specialista

  • 1 luglio, 06:09
  • 18 luglio, 11:15
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SEIDISERA del 30.06.2024 - L’intervista a Federico Ferrario

RSI Info 30.06.2024, 20:04

  • Keystone
Di: RSI Info 

Il maltempo che ha colpito duramente l’Alta Valmaggia, il Vallese e la Mesolcina solleva domande sulla frequenza di questi disastri naturali. La RSI ha intervistato Federico Ferrario, vicepresidente della FAN (Specialisti in pericoli naturali) e ingegnere forestale specializzato in idraulica, per approfondire la questione.

Non siamo sorpresi. Quando abbiamo dei periodi di precipitazioni così intense e prolungate su dei settori ben precisi e se in più piove sulla neve, facendola sciogliere più rapidamente – come è successo in Vallese -, è chiaro che dobbiamo attenderci delle conseguenze ancora più importanti sul fondovalle

Il problema che causa più danni, e che ha causato anche i decessi di questi giorni, sono le colate detritiche cioè fango e sassi portati a valle da torrenti che si ingrossano dopo forti piogge. Qual è la difficoltà nel prevedere il potenziale danno di queste colate?

Diversi studi si sono occupati delle colate detritiche, dell’energia che hanno, di come si comportano. Il problema è che non sappiamo mai esattamente quando una può prodursi e con quale intensità. Questo perché abbiamo vari fattori che influiscono sul processo naturale: la quantità d’acqua, la saturazione del suolo, la quantità di materiale utilizzabile, la taglia, la granulometria e poi anche la pendenza del riale in cui si trova. Purtroppo, spesso l’intensità può variare e non è dunque possibile definire con precisione esatta nel momento in cui avviene.

È difficile stimare la quantità in metri cubi di materiale sciolto che un fiume può portare a valle?

Ci sono vari studi, varie teorie, ma nella realtà è complicato avere una stima esatta. Con la nostra associazione di specialisti in pericoli naturali cerchiamo di sostenere la ricerca in questa direzione. Più dati si hanno e più precise possono essere le previsioni. In futuro si potrebbe investire ancora di più a livello politico per sviluppare ancora una conoscenza scientifica più importante. In Svizzera abbiamo un monitoraggio del territorio ad altissimo livello e sappiamo purtroppo che in diverse zone certi processi naturali possono avere luogo, con le conseguenze che abbiamo visto”

Su un domenicale, un professore di Vienna ha detto che in futuro bisognerà valutare se abbandonare alcune località alpine, siccome i danni per il maltempo rischiano di essere più frequenti. È una provocazione oppure uno scenario che lei reputa realistico?

Penso un po’ tutte e due. Ci sono delle zone che sono oggigiorno esposte a diversi pericoli naturali, l’acqua, la caduta massi o gli scivolamenti, eccetera, e con un aumento dell’intensità o con degli eventi che saranno più violenti. Magari alcune domande per certe zone bisognerà farsele e cercare di capire se delle misure di protezione possono essere adatte o se invece bisognerà prendere in considerazione un’evacuazione”, conclude l’esperto”

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