La morte dell'uomo trovato cadavere nel loro scantinato sabato mattina alle 5, ha gettato nello sconforto gli inquilini del complesso formato dalle due palazzine di in Via Carlo Martignoni a Massagno. Due stabili che, stando a quanto appreso dalla RSI, hanno lo stesso amministratore di quelli di Via Odescalchi a Chiasso, a loro volta al centro dell'attenzione degli inquirenti ticinesi.
Gli accessi alla zona sono sempre sbarrati
Negli edifici di Massagno, nei quali un tempo si esercitava la prostituzione, denuncia ai microfoni delle Cronache della Svizzera italiana e del Quotidiano chi ci abita, si vive una situazione di degrado (segnalata alle autorità e ai responsabili della gestione) che perdura da tempo e che potrebbe, sostengono, essere all'origine di quanto capitato.
Nessuna ipotesi viene esclusa
Da tempo ci sono uomini in difficoltà (senzatetto e tossicodipendenti senza fissa dimora) che usano gli scantinati come riparo. Entrano approfittando delle porte d'ingresso sempre aperte. E poi usano il materiale (materassi e quant'altro) che con il tempo si è accumulato. Proprio uno di loro sarebbe morto tra le fiamme, forse, da lui stesso, accese per scaldarsi un poco. Ma non si esclude neppure che il rogo sia stato appiccato di proposito da qualcuno per coprire un atto criminale. L'inchiesta in queste ore è volta, da un lato, a dare un'identità alla vittima e, dall'altro, ad accertare l'esatto sviluppo dell'incendio. Allo stato attuale nessuna ipotesi viene scartata.
I 52 inquilini, forse, nel corso del pomeriggio saranno autorizzati a far rientro nel palazzo teatro del dramma. Un'altra morte in un edificio in fiamme, la terza nel giro di tre settimane in Ticino.
Diem/CSI/Quot