Ticino e Grigioni

Due uccelli alieni nei cieli ticinesi

L’ibis sacro fotografato a Magadino, il parrocchetto dal collare filmato a Bellinzona - La preoccupazione dell’ornitologa di Ficedula Chiara Scandolara: “Sono invasivi, specie autoctone a rischio”

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Due nuove specie di uccelli in Ticino

Il Quotidiano 13.03.2025, 19:00

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Di: Joe Pieracci 

L’ibis sacro è originario dell’Africa e del Medio Oriente. Era comune anche in Egitto, dove veniva venerato nell’antichità come simbolo divino. Negli anni ‘70 e ‘80, è stato importato in diversi zoo europei, soprattutto in Francia, per il suo curioso aspetto. Gli zoo però sono strutture aperte e alcuni esemplari sono sfuggiti e si sono adattati agli ambienti naturali, tanto da diventare una specie invasiva in Francia e Italia, minacciando la fauna locale. E ora - come si può vedere da questa foto scattata sul Piano di Magadino - è arrivato anche in Ticino.

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L'ibis sacro immortalato mentre passeggia sul Piano di Magadino

  • Ficedula

“Noi addetti ai lavori siamo un po’ preoccupati perché è una specie che nel Nord Italia sta dando grossi problemi: l’ibis sacro è una specie invasiva che è molto pericolosa per quelle autoctone”, spiega rnitologa di Ficedula Chiara Scandolara.

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Per gli antichi Egizi, l'ibis sacro era un simbolo divino associato al dio Thot, la divinità della saggezza, della scrittura, della matematica e della magia

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Gli ibis sacri dell’Egitto sono volatili che da oltre 2000 anni sono rappresentati nei geroglifici delle piramidi. Ma se lungo il Nilo incarnano uno degli dei egizi, lungo il fiume Ticino però - come le nutrie, il gambero rosso della Louisiana e la tartaruga di palude americana - sono solo l’ennesimo errore umano che rischia di scompigliare il delicato equilibrio della natura.

“Nel nord Italia intere colonie di nidi di aironi cenerini e di altre specie sono state proprio distrutte dall’ibis sacro”, rende attenti Scandolara. Predatore di uova di altre specie di uccelli, l’ibis sacro è però anche regolatore di un altro grande infestante dei nostri fiumi. “È una specie che potrebbe aiutare nella lotta al gambero della Louisiana, che ormai è molto presente in Ticino, e del quale si nutre”, prosegue l’ornitologa di Ficedula.

Il caso del parrocchetto dal collare

Ma questo non è l’unico campanello d’allarme suonato ultimamente presso gli ornitologi ticinesi. “Nelle ultime settimane - rivela Scandolara - abbiamo ricevuto tante segnalazioni di persone preoccupate perché qualcuno aveva perso un pappagallo grande e verde. E grazie alle fotografie e ai filmati che ci sono stati mandati dalla popolazione, abbiamo potuto stabilire che si tratta di individui liberi di parrocchetto dal collare, che sono stati avvistati a Bellinzona, Gudo, Ascona, Losone e anche nel Luganese”.

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Il parrocchetto dal collare fotografato a Bellinzona

  • Ficedula/Moreno Ceresa

Il parrocchetto dal collare è originario dell’Africa e dell’Asia, ma - a causa di fughe accidentali e rilasci volontari - si è ormai insediato in diverse città europee. “E’ una specie molto bella. Però è anche abbastanza problematica perché poi va in competizione con tutte le nostre specie che nidificano in cavità. In particolare, in città, può dare grossi problemi ai rondoni, che sono già delle specie minacciate”, rende attenti Scandolara.

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Nativo di Africa ed Asia, il parrocchetto dal collare - a causa di fughe accidentali e rilasci volontari - si è ormai insediato in diverse città d'Europa e Stati Uniti

  • RSI

“È chiaro che avere una o due specie in più non è necessariamente una cosa positiva per la biodiversità. Bisogna veder quali sono le specie che arrivano e quali nel frattempo invece sono scomparse”, conclude Chiara Scandolara.

E questi sono dunque gli ennesimi segnali di quanto anche una scelta apparentemente non importante, come importare o rilasciare una specie animale, possa invece portare a rischiare di stravolgere il nostro ecosistema.

Nasce Guarda-ti, una nuova applicazione per riconoscere e segnalare i volatili

Ficedula è nata nel 1981 con lo scopo di studiare e conservare gli uccelli della Svizzera italiana, oggi conta circa 2’000 iscritti ed il birdwatching vive una crescente popolarità. E proprio in queste settimane ha lanciato un nuovo progetto per coinvolgere la cittadinanza nel monitoraggio delle varie specie: l’applicazione permette - anche a chi non se ne intende - di riconoscere i volatili per poi segnalare la loro presenza sul territorio ticinese. Questo l’indirizzo: Ficedula.ch/guarda-ti

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