La detenzione in Ticino del 46enne mafioso residente a Rodi Fiesso arrestato martedì dalla polizia cantonale è durata 48 ore. Giovedì attorno alle 10 a Ponte Chiasso è stato consegnato all'Italia. Deve scontare la condanna a 5 anni e 4 mesi inflittagli per associazione a delinquere di stampo mafioso, detenzione illegale di armi e ricettazione nell'ambito dell'inchiesta "Alba Chiara" sulla 'ndrangheta in Piemonte. Le indagini avevano accertato il radicamento delle cosche nell'alessandrino, nell'astigiano e nel cuneese portando all'arresto di numerose persone.
Il primo processo si era chiuso nell'ottobre 2012 con l'assoluzione dei 19 imputati. Il verdetto era stato ribaltato il 10 dicembre 2013 con la condanne per tutti da 3 anni e un mese a 7 anni e mezzo da parte della Corte d'Appello di Torino. Condannate confermate dalla Cassazione lo scorso marzo.
Scarcerato in attesa del giudizio definitivo l'uomo, in precedenza abitante a Montà (Cuneo) si era trasferito in Leventina. In possesso di un permesso di soggiorno ''B'', lavorava come autista in un'impresa edile della regione. Ora si trova nel carcere di San Vittore a Milano.
Diem/M.M.
Arrestato con un arsenale in auto
L'uomo che ha abitato per tre anni a Rodi-Fiesso venne arrestato a Govone (Cuneo) la sera dell’11 ottobre 2009 quando si trovava in auto con un altro affiliato al clan. I carabinieri nel suo veicolo trovarono una pistola automatica Beretta con matricola abrasa pronta a sparare, un caricatore di riserva e altre 25 cartucce nonché una mazza ferrata. In casa aveva invece un revolver.