Evelin Banev non è tra gli imputati dell'atteso processo apertosi lunedì mattina a Bellinzona. Al banco degli imputati siedono due banchieri, due cittadini bulgari e il Credit Suisse per il presunto riciclaggio di 146 milioni di franchi. Soldi riconducibili, secondo l'accusa, all'organizzazione criminale capeggiata da Evelin Banev. Il 57enne è un personaggio dai mille volti. Uno probabilmente lo si vedrà anche nell'aula del Tribunale penale federale visto che tra un paio di settimane la Corte dovrebbe sentirlo in videoconferenza.
In Bulgaria è conosciuto ai più con il soprannome di "Brendo". In gioventù si è dedicato con successo alla lotta greco-romana e con la caduta del regime comunista ha sfruttato forza ed astuzia per affermarsi come imprenditore. Estroverso, attento al suo aspetto e sicuro di sé ha accumulato presto una fortuna con operazioni finanziarie al limite della speculazione. A partire dagli anni 2000 però, la fonte dei suoi guadagni ha attirato sempre di più l'attenzione delle forze di polizia di mezza Europa, e già nel 2005 i carabinieri italiani lo segnalano come uno dei "re della coca". La sua organizzazione - legata ad una costola piemontese della famiglia di ‘ndrangheta Bellocco, originaria di Rosarno - avrebbe importato droga in grandi quantità dal Sud America. La banda venne sgominata nel 2012 in Bulgaria nell'ambito di una operazione denominata "re della cocaina", attuata dai servizi speciali bulgari e italiani con l'assistenza dell'Interpol.
Un romanzo autobiografico
I processi che Evelin Banev ha subito in Italia, Romania e Bulgaria gli hanno fruttato un totale di 36 anni di reclusione per traffico di droga e riciclaggio. Pene però scontate solo in minima parte, perché nel settembre 2015 è sparito, dopo dopo essere stato ricondotto a Sofia dall'Italia. Dopo 5 anni di silenzio è tornato al centro dell'attenzione nell'autunno scorso in Ucraina, dove è stato arrestato su richiesta della Bulgaria e poi rilasciato in virtù del fatto che, nel frattempo, aveva acquisto la nazionalità ucraina. Intanto in carcere aveva avuto il tempo di scrivere un romanzo autobiografico, intitolato "Fisso l'anima della Bulgaria".
Al pari di altre figure di spicco della mala, nel suo paese d'origine "Brendo" è una piccola star, spesso al centro dell'attenzione pubblica. È molto chiacchierato anche per le sue supposte entrature negli ambienti che contano, soprattutto i servizi segreti. Negli anni gli avrebbero garantito impunità e protezione come quando, a inizio 2013, la figlia venne rapita a Sofia, per essere poi rilasciata incolume dopo 47 giorni. I rapitori la lasciarono davanti a un distretto di polizia.
RG 12.30 del 07.02.22: gli aggiornamenti in diretta da Bellinzona di Francesca Calcagno
RSI Info 07.02.2022, 14:34
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Accuse respinte e rischio prescrizione
Nelle battute iniziali del dibattimento che riguarda fatti avvenuti tra il 2004 e il 2008, i legali del Credit Suisse e dell'ex dipendente della banca hanno respinto le accuse che il Ministero pubblico della Confederazione formula nei loro confronti. Hanno anche chiesto alla Corte di esprimersi su una possibile archiviazione dell’intera procedura o di una parte di essa (quella che si rifà a fatti anteriori al 14.03.2007) prima ancora di aprire il dibattimento vero e proprio.