Il 2025 è un anno di cambiamenti per il mondo della pesca ticinese. Da quest’anno infatti i pescatori possono utilizzare un’applicazione digitale per staccare le patenti, ma anche e soprattutto per registrare le uscite di pesca e le catture. Non solo però, perché da questa stagione sono state pure introdotte nuove e più severe regole per la pratica della pesca, in particolare nei corsi d’acqua. Per fare il punto su queste novità abbiamo raggiunto Danilo Foresti, responsabile del settore pesca presso l’Ufficio della caccia e della pesca del Dipartimento del territorio.
“La nuova applicazione offre diversi vantaggi a chi la sceglie: è sicuramente più interattiva e anche accattivante rispetto al libretto cartaceo classico. È anche più immediata, in quanto permette di staccare e pagare elettronicamente le patenti direttamente nell’app senza doversi recare alle cancellerie comunali. Infine permette di trasmettere direttamente le statistiche al nostro ufficio, senza quindi doversi ricordare di inviare il libretto cartaceo e risparmiandoci di inviare i richiami a chi se lo dimentica”.
Infatti, oltre ai vantaggi per il pescatore, ci sono anche quelli per l’Ufficio caccia e pesca, in particolare dal profilo amministrativo, come ad esempio con il rilascio delle patenti automatizzato, ma anche appunto con le statistiche. “Prima dovevamo trascrivere i dati raccolti dai fogli excel e dai libretti cartacei al sistema gestionale informatico, ora con l’informatizzazione risparmiamo diverse settimane di lavoro e abbiamo snellito i processi interni con le cancellerie comunali”. Va comunque sottolineato che resta ancora possibile scegliere il libretto cartaceo, anche perché non tutti sono pronti o vogliono affidarsi al digitale e avere sempre il telefono con sé. “Lo sgravio per noi resta comunque importante, se si vuole è un po’ come per le tassazioni, con una parte che le compila elettronicamente e altri continuano a farlo su carta”.
Come detto la possibilità di utilizzare la nuova applicazione è in vigore da gennaio per la pesca sui laghi Verbano e Ceresio, e da circa un mese - dopo l’apertura del 15 marzo – anche per la pesca su fiumi e laghetti fino a 1’200 metri di quota. “Ad oggi abbiamo quasi 3’000 patenti rilasciate, tra annuali e turistiche, e di queste poco più di un migliaio sono in formato digitale. Quindi possiamo dire che circa una patente su tre – circa il 35% - esce su smartphone, e come inizio questo dato ci fa decisamente piacere”. Non è invece attualmente previsto, come invece vorrebbe il Canton Grigioni che è stato un po’ l’apripista dell’applicazione, un obbiettivo temporale di soppiantare ed eliminare del tutto il cartaceo, “anche per venire incontro a tutte le tipologie di pescatori, tra cui anche diverse persone anziane”. L’applicazione ha poi il vantaggio di funzionare pure in assenza di rete telefonica, anche perché sul territorio ticinese sono diversi i luoghi (laghetti e torrenti di montagna) dove non si ha copertura.
Nei Grigioni l’app, che è fornita dallo stesso sviluppatore ed è praticamente identica nel funzionamento, esiste dal 2018. Non ci si poteva arrivare prima anche in Ticino? “Il lavoro richiesto non è stato solo cambiare una bandiera e la lista dei corsi d’acqua e dei laghetti nell’applicazione, ma c’è stato anche un lavoro di traduzione, di attribuzione dei mandati, ma anche una serie di modifiche legislative per le quali siamo andati in Gran Consiglio (utilizzo banche dati digitali). Diciamo che avevamo previsto di arrivare pronti nel 2024, l’obbiettivo è slittato di un anno, ma possiamo dire di essere contenti di essere aver portato a termine il progetto”.
Regole più severe: “Corsi d’acqua in difficoltà, una necessità”
Come scritto le novità nel mondo alieutico non riguardano solo la digitalizzazione, ma anche il cambiamento di alcune regole, rese più severe in particolare sui fiumi. “La situazione sui corsi d’acqua è purtroppo sotto gli occhi di tutti, tra periodi siccitosi prolungati e a volte estremi e alluvioni con danni importanti agli ecosistemi. La pressione sui fiumi viene poi anche in parte dalle attività umane (deflussi centrali idroelettriche, pesca, uccelli ittiofagi, inquinamenti, ndr) ed era quindi necessario intervenire con protezioni supplementari proprio per le trote selvatiche”.
In questo senso è stato diminuito il numero di catture massime giornaliere da 10 a 6, che diventano 3 sui grandi fiumi Ticino (da Personico alla foce) e nei settori ticinesi della Moesa, l’innalzamento generalizzato della misura minima per la trota fario da 24 cm a 26 cm (30 cm su Ticino e Moesa) e l’introduzione di un contingente massimo annuale di 80 catture tra trote e salmerini. “Quest’ultima misura, già introdotta in altri cantoni sempre per i fiumi, ha lo scopo di meglio ripartire le risorse ittiche – già sotto pressione – tra i pescatori. Si vuole infatti andare a limitare il prelievo di quei pescatori particolarmente attivi, una piccola minoranza che però individualmente supera di molto la quota di 80 trote”.

Si potranno catturare meno e di taglia maggiore
Chi conosce il mondo della pesca sa quanto è variegato, anche proprio nei suoi approcci all’attività, da chi praticamente non trattiene pesci per motivi ambientali ed etici, a chi mira solo a riempire più possibile la “cavagna”, per citare solo i due estremi. Come si è arrivati al compromesso? “C’è da dire che come cambiano i fiumi, i laghi e i pesci, cambiano anche i pescatori e oggi nel 2025 non abbiamo più le stesse mentalità di 30-40 anni fa. Dopo un lungo percorso e un dialogo avviato con le federazioni di pesca siamo quindi arrivati a trovare un punto d’incontro su queste modifiche significative. Certo ci sarà chi sarà contento e chi meno, ma agire era una necessità”.
Chiusura ritardata nei laghetti alpini e coregone più protetto sul Verbano
Per la pesca nei laghetti alpini le regole invece restano praticamente invariate, cambia solo leggermente la data della chiusura: se infatti fino allo scorso anno la pesca nei fiumi e nei laghetti alpini si concludeva nella prima domenica di ottobre, da quest’anno sui corsi d’acqua si dovrà posare la canna dall’ultima domenica di settembre, mentre sui laghetti al di sopra dei 1’200 metri si potrà proseguire fino alla seconda domenica di ottobre.
Infine, anche sui laghi Ceresio e Verbano e sul fiume Tresa le modifiche sono poche: “Non ci sono cambiamenti di rilievo, ma abbiamo recepito alcune indicazioni dettate dalla Commissione italo-svizzera per la pesca, in particolare con il prolungamento del periodo di protezione dei coregoni nel Lago Maggiore a seguito di due anni di crisi della specie, durante i quali si è osservata una diminuzione abbastanza importante del pescato” conclude Danilo Foresti.

Tempo reale del 02.04.2025 - Pescatori vodesi vs. cormorani, scatta la mozione
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Una cozza, tanti grattacapi
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