Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda legata alla produzione e alla vendita di falso vino pregiato francese, emersa di recente in Italia e che ha visto coinvolti padre e figlio, quest’ultimo domiciliato nel Luganese.
Le due persone implicate - stando a quanto riporta il Corriere del Ticino - sono state scarcerare, nonostante restino indagate in Italia e in Ticino, e non verranno estradate in Francia. I due imprenditori erano finiti dietro le sbarre a Novara nelle scorse settimane, in seguito ad un’indagine internazionale per “contraffazione e contrabbando di falso Romanée-Conti, un vino prodotto in Borgogna tra i più prestigiosi del mondo”.
Nei giorni scorsi, a sorpresa, la Corte d’Appello di Torino ha infatti respinto la richiesta di estradizione formulata dalla magistratura di Digione che aveva avviato le indagini su denuncia della casa vinicola. I due restano indagati a piede libero: il padre in Italia, il figlio a Lugano, dov’è domiciliato ed è amministratore unico della società che si occupa proprio di commercio di vini e alcolici e che sarebbe stata coinvolta nella truffa.
Red MM/bin