Ticino e Grigioni

Docenti, il grido d’allarme VPOD: “Sempre più precariato e disagio”

Il sindacato ha presentato le proprie rivendicazioni, in quanto il mondo della scuola ticinese è “sempre più sotto pressione” - Un documento distribuito in tutte le scuole e azioni specifiche

  • 17 aprile, 19:00
  • 17 aprile, 23:52
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Nuovo grido d'allarme dai docenti

SEIDISERA 17.04.2025, 18:00

  • Ti_Press
Di: SEIDISERA-Ierace/dielle 

Il sindacato VPOD ha lanciato oggi (giovedì) un altro grido d’allarme per la crescente situazione di precariato e disagio tra i docenti.

Per il sindacato quello della scuola ticinese è infatti un mondo sotto pressione e sempre più in subbuglio. Da una parte la politica che, preventivo dopo preventivo, chiede sacrifici. Dall’altra un dipartimento, il DECS, ultimamente sotto i riflettori per casi che hanno creato un dibattito anche aspro. E in mezzo c’è chi nella scuola ci lavora: i docenti, che fanno i conti con una narrazione del posto pubblico privilegiato, ma pure con una realtà che il VPOD racconta come ben diversa, fatta appunto di precariato, disagio, poca trasparenza e, addirittura, working poor.

“Meno allievi per classe e un’ora in meno per i docenti cantonali”

Il presidente del VPOD docenti Adriano Merlini, ha da evidenziato ai microfoni di SEIDISERA le principali problematiche e alcune soluzioni proposte dal sindacato: “Da una parte c’è l’aumento del carico di lavoro per i docenti che è diventato veramente insostenibile. A questo proposito proponiamo tutta una serie di misure, tra cui la principale è la riduzione del numero di allievi per classe e la riduzione di un’ora lezione settimanale per i docenti cantonali. Un’altra serie di misure riguarda invece il precariato dei docenti, che è fonte di grandissimo stress e chiaramente di insicurezza economica, ed è essenzialmente legato alla figura contrattuale dell’incarico”.

Le preoccupazioni non toccano però solo i docenti delle scuole cantonali, ma anche chi lavora in ambito comunale, come riferisce alla RSI la docente di scuola elementare Ivana Gianoli: “Il lavoro da fare oltre l’orario scolastico è tanto, come molte sono le richieste supplementari le offerte proposte. Tutto più che giusto, ma è un lavoro che non è mai stato né quantificato né riconosciuto più di tanto. La scuola è molto attenta e secondo me ha risposto giustamente a tante cose, però senza considerare tutti gli elementi e i docenti sono stati quelli meno considerati”.

Si parla di stanchezza, di scoramento. E poi si chiede maggiore chiarezza nelle graduatorie delle assunzioni. “C’è un’incertezza, un’insicurezza – riprende ancora Adriano Merlini –, perché di fatto gli esiti di queste abilitazioni e delle prove di assunzione non sono trasparenti e vanno a generare anche delle voci di corridoio che molto probabilmente non sono veritiere, come quella che i posti vengono affidati a dipendenza delle conoscenze e dei cognomi. Però di fatto non c’è possibilità di smentire queste voci”.

Un documento distribuito in tutte le scuole e azioni specifiche

Le rivendicazioni sono state riassunte dal sindacato in un documento che verrà distribuito in tutte le scuole, con l’obbiettivo di raccogliere considerazioni e stimoli da parte dei docenti da trasformare in azioni specifiche (raccolte firme, atti parlamentari o tavoli di negoziazione). Proposte che si troveranno però di fronte una politica più propensa a togliere alla scuola, piuttosto che a concedere.

“Siamo purtroppo coscienti dell’attuale clima politico e finanziario a livello cantonale – spiega da parte sua il co-segretario VPOD Edoardo Cappelletti –, ma siamo anche altrettanto coscienti che nella media intercantonale il Ticino investe il 9% in meno nella scuola. È quindi necessario dare alla scuola le risorse di cui necessita. Il primo passo è discuterne apertamente e fare delle proposte concrete di miglioramento”.

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