La vicenda dei tredici abilitandi in italiano ritrovatisi senza uno sbocco professionale nella scuola ticinese ha portato alla luce un problema più esteso, con tre lettere indirizzate al Cantone: dai citati, da un gruppo di 62 insegnanti di italiano, storia e inglese e poi anche da nove docenti che seguono il percorso formativo di abilitazione del gruppetto “appiedato”, un percorso da loro definito “un disservizio” perché prospetta a chi lo segue “anni di precariato”.
RG 24.00 del 26.03.2025 - Il servizio di Alain Melchionda
RSI New Articles 26.03.2025, 23:36
Contenuto audio
La questione è stata dibattuta all’assemblea convocata mercoledì sera a Bellinzona dal sindacato VPOD. “Nelle ultime settimane abbiamo riscontrato un disagio molto diffuso al quale abbiamo cercato di dare uno sbocco organizzato che riesca a portare questo malcontento anche nelle stanze del Governo”, ha dichiarato al Radiogiornale della RSI il responsabile per la categoria, Edoardo Cappelletti.
Una sessantina i presenti, che hanno fatto il punto sulla situazione: le difficoltà di impiego oltre all’italiano toccano storia, inglese e chimica, e non solo negli istituti medio superiori, anche alle medie. Alla ricerca di un lavoro ci sono un’ottantina di persone, già abilitate dal DFA o in fase di abilitazione.
Il frutto dell’incontro è stato quindi una risoluzione all’indirizzo del Dipartimento educazione, cultura e sport in particolare, ma anche di tutto il Governo in generale, che - riassume Cappelletti ai nostri microfoni - chiede “sul breve termine di attuare una serie di misure concrete e urgenti per attribuire un numero sufficiente di ore ai docenti neoabilitati al DFA, che sono in disoccupazione o in una situazione di sottoimpiego”. “Dal profilo più strutturale l’obiettivo è invece di rilanciare una seria riflessione su una riforma complessiva e profonda del DFA”, conclude.
A questi due livelli si aggiunge una petizione, quale strumento, dal basso, per fare pressione.

Docenti senza impiego
Il Quotidiano 21.03.2025, 19:00