Il caso dei tredici aspiranti docenti di italiano vicini all’abilitazione nel medio superiore ma con la quasi certezza di restare appiedati è “la punta dell’iceberg”. “Non è affatto un unicum” nel mondo della scuola ticinese, si legge in una “presa di posizione di 62 docenti” che denuncia una “mancanza di trasparenza” nel corso degli studi al Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) che penalizzerebbe anche chi consegue un master per l’insegnamento nella scuola media (SM).
Segnali delle difficoltà, secondo la lettera indirizzata venerdì a DECS e DFA, sarebbero evidenti da diversi anni ormai. Dei docenti d’italiano (SM) abilitati nel 2022 e 2023 “molti lavorano a bassa percentuale, poiché il mercato del lavoro non riesce ad assorbire la continua richiesta di ore”. Sempre per la materia italiana, dei dodici docenti SM abilitati nel giugno 2024, “tutti hanno svolto un concorso di assunzione cantonale”, “ma le attese sono andate deluse: solo pochi abilitati hanno ricevuto una quota oraria dignitosa, gli altri hanno invece ottenuto percentuali lavorative che variano dal 10 al 45%, che evidentemente non permettono la sopravvivenza in Ticino”.
Si tratta di un “secondo imprevedibile errore di calcolo?”, chiedono i 62 docenti. “Ciò nonostante, il DFA ha continuato, di anno in anno, ad avviare in maniera sistematica la formazione per l’italiano. Nel giugno 2025, quattordici neoabilitati SM si troveranno a concorrere con chi ha conseguito il titolo nel 2024 e, tuttavia, ancora non ha un posto di lavoro”.
Secondo la presa di posizione, “lo stesso schema si è ripetuto per altre discipline delle SM. La stragrande maggioranza dei docenti di storia ha ottenuto percentuali di lavoro esigue, normalmente inferiori al 50% e spinte fino a un 4%. Il concorso d’assunzione per i docenti d’inglese, invece, non è stato aperto, sebbene i docenti fossero già formati e pronti a entrare nel sistema scolastico”.
I tredici abilitandi SMS, “in realtà - si legge nella presa di posizione - non fanno che aggiungersi a una lista d’attesa che va misurata nell’ordine delle decine, e della quale il pubblico ticinese non è stato messo a conoscenza: da anni, diversi docenti già abilitati sono in attesa di un posto di lavoro – un dato che DECS e DFA hanno scelto di passare sotto silenzio”.
Nelle tre pagine di denuncia viene elencata tutta una serie di problemi, dalle “nuove disposizioni cantonali, che impediscono la trasformazione delle supplenze lunghe in incarichi limitati”, alle “supplenze di lunga durata assegnate a persone prive dell’abilitazione”, all’opacità, definita “arcana imperii” (segreti del potere, ndr.) per cui “la posizione raggiunta dai candidati in graduatoria non viene mai resa nota, neppure in caso di ricorso, e i criteri per l’attribuzione delle ore lavorative restano ignoti”.
La lettera dei tredici alla direzione del DECS
Una mancanza di trasparenza su cui, sempre questo venerdì, torna anche una lettera che i tredici aspiranti docenti di italiano nel SMS rimasti appiedati hanno scritto alla direzione del DECS. La posizione del DFA, si legge nello scritto, “sembra non voler tenere conto del rapporto tra formazione e realtà territoriale, cioè, in sintesi, della particolare condizione in cui versa il Ticino”. Dalle “rassicurazioni circa una non meglio precisata disponibilità di posti lavorativi” nell’agosto 2024, alla “grave notizia” comunicata loro il 20 febbraio scorso secondo cui “alla base della decisione di aprire l’abilitazione vi era un errore di valutazione”, la lettera ripercorre le tappe che hanno portato all’attuale situazione.
Non convincono i tredici le spiegazioni fornite, a SEIDISERA, dal direttore della Divisione della Scuola Emanuele Berger, secondo cui ad annullare il fabbisogno ha concorso la riduzione di cinque sezioni. “Cinque sezioni - obiettano gli abilitandi al DFA - corrispondono grosso modo a un tempo pieno, ciò significa che le stime previste prima della riduzione non giustificano in alcun modo l’abilitazione di tredici persone”. E questa sembrerebbe essere matematica, non italiano.

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Docenti di italiano, parla il DECS
Il Quotidiano 18.03.2025, 19:00