Ben otto pagine: tanto è lunga la risposta che il Consiglio di Stato ticinese ha dato a un’interrogazione depositata all’inizio del mese scorso dal deputato Maurizio Canetta (PS), in merito alla vicenda delle 13 persone che si stanno abilitando per insegnare italiano alle scuole medie superiori ma che, almeno per il momento, non avranno un posto per insegnare.
Quella del Governo è una spiegazione tecnica, che conferma errori di valutazione già ammessi sia dal Dipartimento ticinese dell’educazione (DECS) sia dal vertici del DFA, il Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI.
Il Consiglio di Stato, rispondendo all’interrogazione fa chiarezza sui calcoli che hanno portato a sovrastimare la necessità di docenti di italiano da formare. “Il numero teorico di abilitandi ritenuti necessari al Cantone per l’anno scolastico 2025/2026 ammontava a 7.66 – spiega il Governo – Tenuto conto del rischio di possibili abbandoni o insuccessi […] come pure del possibile ulteriore fabbisogno di docenti per i 4-5 anni scolastici successivi al 2025/2026, il DECS ha pertanto indicato al DFA/ASP un fabbisogno di 10 docenti. Al momento delle prove di selezione per l’ammissione al DFA/ASP, 4 candidati si sono classificati a pari merito al decimo posto della graduatoria. Il DFA/ASP, competente per la decisione di ammissione, tenendo a sua volta conto di un possibile rischio di insuccessi o abbandoni durante la formazione, ha deciso di ammettere tutte queste persone, portando così il totale delle persone ammesse effettivamente alla formazione a 13”.
Ecco quindi spiegato come si è deciso di formare 13 persone. Tuttavia, come emerso in questi mesi, nessuna di esse avrà una “cattedra” di italiano. Perché? Il Governoo motiva la mancata assegnazione di ore di insegnamento col numero di iscrizione nelle scuole medie superiori troppo basse e per ore in più nel frattempo attribuite a docenti già in servizio. Nella risposta si legge che:
“La mancata assegnazione di ore di incarico limitato […] lasciava presagire una situazione di scarsità di ore disponibili […], ma non tale da precludere di principio la possibilità di poter partecipare a un concorso. Tra dicembre 2024 e gennaio 2025 […] i capi sezione delle scuole medie superiori, con il Collegio dei direttori, hanno verificato sulla base dei dati aggiornati l’esigenza di nuovi docenti per le varie materie per l’anno scolastico 2025/2026 per valutare l’apertura delle procedure di assunzione di nuovi docenti del medio superiore. A seguito dei calcoli effettuati e delle consultazioni con i direttori […] i capi sezione hanno però rilevato un fabbisogno aggiornato nullo di nuovi docenti di italiano. Appurata la mancanza di ore di italiano da attribuire per l’anno scolastico 2025/26” è stato deciso “di non avviare la procedura di selezione per l’italiano, al fine di evitare di sottoporre inutilmente docenti abilitati o in abilitazione a un’ulteriore prova (peraltro onerosa per impegno e tempo) che non avrebbe in ogni caso condotto a prospettive concrete di impiego per l’anno scolastico 2025/2026”.
Nella risposta scritta non si indicano i responsabili degli errori di valutazione. Si fa invece autocritica sulle modalità di comunicazione ai docenti in formazione, tenuti all’oscuro di tutto fino a poche settimane fa.
Un capitolo della risposta è anche dedicato ai malumori registrati attorno al DFA in generale, col Governo che dichiara che: “è importante non sottovalutare questi segnali, ma prenderli sul serio e farne tesoro, allo scopo di meglio comprendere cosa di preciso genera malessere, individuando modalità per migliorare ulteriormente il sistema.”
Legato al Radiogiornale delle 12.30 del 12.04.2025