Una doccia fredda per tredici aspiranti docenti di italiano che al Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI a Locarno stanno terminando la formazione per insegnare la loro materia al liceo e nel medio superiore: per loro non ci sarà nessun posto di lavoro. E questo nonostante l’abilitazione per docenti di italiano per il liceo venga aperta solo saltuariamente, quando il dipartimento stima che ci siano dei posti liberi. I docenti in formazione, convocati dal DECS per un incontro che ha avuto luogo lo scorso 20 febbraio, hanno infatti ricevuto la seguente comunicazione: “Non apriamo le lezioni di prova e le procedure di ammissione per italiano, perché non ci sono ore da attribuire”.
SEIDISERA del 15.03.2025: Il servizio di Romina Lara sulla mancanza di posti di lavoro per gli aspiranti docenti di italiano
RSI Info 15.03.2025, 18:00
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Com’è possibile? La RSI lo ha chiesto ad Alberto Piatti, direttore del DFA, con la premessa che la scuola non garantisce posti di lavoro, ma la possibilità di accedere al concorso per l’assunzione. “Per quanto riguarda l’italiano, è la prima volta che capita in quindici anni: il tentativo di coordinamento con il DECS non ha funzionato”, afferma al Quotidiano e a SEIDISERA. E spiega che il sistema scolastico è stato sorpreso “da una riduzione inattesa delle sezioni nelle scuole medie superiori per due anni consecutivi, che ha comportato una riduzione del fabbisogno”. Un fabbisogno che nel caso dell’italiano è ora nullo.
Insomma, meno classi, quindi meno insegnanti. I dubbi cominciavano a circolare già da settembre tra gli aspiranti docenti: nessuno di loro aveva ricevuto un incarico con una classe, per fare pratica, ma solo affiancamenti con altri docenti. Non c’erano classi libere nei licei. Ma dalla scuola non era giunta nessuna comunicazione. “La conferma che non sarebbe stato aperto il concorso l’abbiamo avuta nemmeno un mese fa”, dice ancora Piatti.
Le formazioni del DFA vengono pianificate con largo anticipo, confermate col Cantone un anno prima dell’inizio, poi si procede alla selezione dei candidati. Ora per i tredici aspiranti docenti che soluzioni ci sono? “Noi proponiamo formazioni accademiche, non agiamo sul mercato del lavoro. Alcuni pensano che il DFA debba garantire il posto di lavoro, ma non è responsabilità nostra, né di nessun altro” sottolinea Piatti. E aggiunge: “Le nostre formazioni permettono l’accesso al mercato del lavoro in tutta la Svizzera, è chiaro che per italiano è un po’ complicato perché nel resto della Svizzera i posti nel medio superiore non sono così tanti e si tratta, nella quasi totalità dei casi, dell’insegnamento di una lingua 2”.
Il Dipartimento dell’educazione, contattato dalla RSI, si esprimerà nei prossimi giorni. Nel frattempo ricorda di aver creato di recente un dispositivo di monitoraggio per calibrare la formazione dei docenti ai posti disponibili nelle scuole.