Nel corso del dibattito parlamentare sul preventivo 2025 dello scorso dicembre, alcune misure di risparmio non hanno occupato i primi posti nella cronaca politica. Eppure gli effetti ora si toccano con mano. È il caso della modifica del regolamento, voluta dal Governo, che non prevede più l’incarico per i docenti supplenti che compiono 17 settimane di servizio continuato. Così 17 docenti, tutelati dal sindacato VPOD, hanno scritto al Consiglio di Stato per chiedere una soluzione al loro mancato incarico: si tratta di supplenti che hanno iniziato a settembre 2024 e che, a partire dal primo gennaio 2025, hanno visto scomparire un diritto che pensavano di aver comunque acquisito. Lo stesso problema è emerso anche tra le fila dei docenti rappresentati dall’OCST.
Il prossimo 11 marzo sarà organizzato un tavolo sindacale con il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS). In quella sede verrà posta nuovamente la richiesta di garantire un regime transitorio per chi era a un passo dall’incarico. A lungo termine, però, i sindacati si batteranno anche per cancellare la misura che tocca i supplenti.