Un presidio lunedì 9 dicembre alle 17:30 all’esterno di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, mentre in Gran Consiglio sarà in corso la discussione sul preventivo 2025. Una manovra che “fa male alla Scuola”, sottolinea il comitato docenti VPOD Ticino che invita “tutte le persone sensibili ai problemi” del settore scolastico a partecipare. Un’iniziativa che si aggiunge alle altre forme di protesta, come la petizione di ErreDiPi.
“La lama - si legge nella nota diffusa giovedì - incide nella carne viva e determina un peggioramento della formazione e della presa a carico dei ragazzi e degli studenti”. I promotori della protesta tracciano quindi un elenco di alcune voci di taglio. Ad esempio, “non si aumenterà il tempo che i docenti di classe potranno dedicare ai loro ragazzi delle Medie per aiutarli e orientarli in un momento di per sé difficile della loro vita, quando devono pure scegliere un percorso formativo post-obbligatorio, e si riduce la presa a carico dei docenti di scuola speciale e delle materie speciali nelle scuole comunali: alla faccia dell’inclusività, dell’uniformità dell’offerta sull’insieme del territorio cantonale e del contrasto al crescente malessere giovanile”.
I docenti della VPOD criticano anche la chiusura della sottosede della scuola Media di Brione, “in barba - dicono - al sostegno alle zone periferiche”. Sotto accusa finiscono anche i tagli ai monte ore e ai contributi monetari per gli istituti del Settore Medio Superiore e del Settore Professionale: “Senza alcuna coerenza con l’autonomia degli istituti, con l’importanza della cultura, con il sostegno agli studenti fragili e con il supporto alle iniziative provenienti da chi la scuola la fa. Anche le gite e attività culturali saranno penalizzate”.
Un altro risparmio nel mirino è l’aumento del numero di allievi per classe ai corsi di inglese in quarta media. Ma anche il fatto che “non si trasformeranno più retroattivamente le supplenze lunghe (oltre le 16 settimane) in incarichi. Per il docente incaricato o nominato si riduce il quantum minimo di formazione continua voluto dal Gran Consiglio pochi anni addietro”.
Infine, creano malumore, come già emerso peraltro, i due giorni di vacanza supplementari attribuiti ai docenti a parziale compensazione dei tagli salariali del 2024: “Gli interessati non li hanno richiesti e continuano a ritenere che abbreviare l’anno scolastico a fini di risparmiare sia aberrante”. Ultima nota polemica evidenziata dal comunicato è la spesa minore pro capite del Canton Ticino per la formazione (-9%, dato per il 2023 dello studio IDHEAP di Losanna).
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La palestra dei tagli
Il Quotidiano 06.11.2024, 19:00
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Una scuola da classifica
Il Quotidiano 03.12.2024, 19:00