In Ticino la giornata di oggi, venerdì, è segnata dalla simbolica protesta degli insegnanti contro le due giornate supplementari di vacanza (oggi e il prossimo 7 gennaio), che il Consiglio di Stato ha introdotto a titolo di compensazione per la mancata concessione del carovita ai dipendenti pubblici per il 2024.
Niente carovita quindi, ma un versamento una tantum di 400 franchi che, secondo il Movimento della Scuola ispiratore della protesta, si ripercuoterà su tutta la carriera dei docenti, facendo perdere migliaia o addirittura decine di migliaia di franchi.
Le scuole avrebbero dovuto oggi restare tutte chiuse. Ma una ventina di sedi hanno invece deciso di tenere aperte le porte. Alcune di esse prendono parte alla protesta, coinvolgendo anche gli allievi. Molte di più, con aperture simboliche e lettere di sostegno alla mobilitazione. Intanto il copresidente del Movimento Alessandro Frigeri cita, unitamente alla motivazione salariale, anche “il valore simbolico della scelta di chiudere le scuole per ragioni di risparmio”, aggiungendo ai microfoni del Radiogiornale che è importante evidenziare “il carattere quasi sacrale di una responsabilità che gli insegnanti, la scuola e lo Stato hanno sulle proprie spalle: che è quello di garantire il diritto alla formazione, allo studio, alla scuola”.
Concetti, questi, ribaditi anche in una lettera aperta che, nel corso di un presidio, sarà consegnata nel pomeriggio alla Cancelleria dello Stato a Bellinzona.