Sui frontalieri il nuovo accordo è in vigore, ma già si rendono necessari piccoli aggiustamenti. Ticino e Italia sono così tornati a discuterne a Roma oggi, venerdì, alla presenza di Ignazio Cassis. Il responsabile del Dipartimento federale degli esteri (DFAE), nella seconda giornata della sua visita di lavoro in Italia, era infatti accompagnato da una delegazione del Cantone, qualificato dallo stesso consigliere federale, in un post su X, come un “attore fondamentale per le relazioni transfrontaliere”.
La delegazione ticinese, guidata dal presidente del Governo Christian Vitta e comprendente anche il presidente del Gran Consiglio Michele Guerra, ha così preso parte all’incontro odierno fra Cassis e il ministro dell’economia italiano Giancarlo Giorgetti. Circa l’accordo sui frontalieri, ha dichiarato Vitta, “abbiamo discusso dei primi ostacoli tecnici nell’applicazione pratica”, che adesso si cercherà di risolvere. Si tratta, più nel dettaglio, “della definizione fra vecchio e nuovo frontaliere” e anche del tema “della disponibilità di dati alla quale l’Italia vorrebbe accedere”.
Il ministro degli esteri e il presidente del Governo ticinese, durante i colloqui di oggi a Roma
Ma un’altra questione aperta è data dalla tassa della sanità che vorrebbe applicare la Lombardia. “Sappiamo che” la regione “vuole applicare questo contributo sanitario, così è definito da parte loro”. Quindi anche questo “è stato tema di discussione”, conferma il consigliere di Stato.
Svizzera e Italia hanno intanto sottolineato i buoni rapporti tra i due Paesi, dopo l’intesa raggiunta su vari fronti: fiscalità dei frontalieri, telelavoro e uscita dalla black list. Resta però ancora molto lavoro da fare e, sottolinea Vitta, “rimane un terzo aspetto per noi importante, che è l’accesso al mercato dei servizi finanziari”. È stato quindi chiesto che questo dossier, “per il quale non è stata ancora trovata una soluzione, venga rimesso sul tavolo della discussione”.