È rimasto inascoltato l’appello degli ambientalisti che un mese fa avevano consegnato al governo grigionese una petizione, con oltre 35’000 firme, per fermare immediatamente l’eliminazione dei lupi del Parco Nazionale svizzero.
Stando alle indicazioni più recenti del monitoraggio mensile dell’Ufficio per la caccia e la pesca, dopo le sette uccisioni avvenute tra il 2 e il 29 novembre, il branco che vive nella riserva naturale tra Bassa Engadina e Val Monastero risulta dimezzato e anche il destino dei sette lupi rimasti appare segnato, dato che l’ordine emanato dal Cantone è di sopprimere tutti i componenti del branco del Fuorn.
Ma i fucili dei guardiani della selvaggina e dei cacciatori sono puntati anche sui predatori sparsi nelle altre regioni retiche. Sessantatré i lupi che, con l’avallo delle autorità federali, possono essere uccisi entro il prossimo 31 gennaio, ha riferito mercoledì in Gran Consiglio la direttrice del dipartimento Infrastrutture, Energia e Mobilità Carmelia Maissen.
Di questi al 3 dicembre ne sono stati uccisi 41. Il maggior numero di prelievi riguarda proprio il branco del Fuorn, i cui esemplari possono essere abbattuti non appena escono dal perimetro del Parco nazionale svizzero.