Il Comitato permanente della Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa ha accettato una proposta dell’Unione Europea – appoggiata anche dalla Svizzera – per indebolire la protezione del lupo. Il canide passerà da specie animale “strettamente protetta” a “specie animale protetta”.
Il cambiamento entrerà in vigore tra tre mesi, a meno che almeno un terzo degli Stati firmatari della Convenzione di Berna (17 su 49) non si opponga, ha dichiarato il Consiglio d’Europa in un comunicato stampa. Se meno di un terzo si oppone, la decisione entrerà in vigore solo per gli Stati che non hanno sollevato obiezioni.
L’abbassamento dello status di protezione rende possibile la cosiddetta gestione delle popolazioni: il lupo rimane protetto, ma in linea di principio la caccia agli animali è possibile. La proposta dell’UE non è la prima riguardante la protezione del lupo in Europa. Nel 2022, la Svizzera aveva presentato una proposta simile, che era stata respinta.
Popolazione di oltre 20’000 individui e in crescita
Nella sua proposta, l’UE, che afferma di basarsi su “un’analisi approfondita dello status” del carnivoro sul proprio territorio, riferisce di una popolazione in crescita, che raggiungerà i 20.300 individui entro il 2023, soprattutto nei Balcani, nei Paesi nordici, in Italia e in Spagna.
Secondo Bruxelles, questa espansione sta causando difficoltà nella “coesistenza con le attività umane, in particolare a causa dei danni causati al bestiame, che hanno raggiunto livelli significativi”.
Animalisti: “Un brutto segnale”
In un comunicato stampa WWF, Pro Natura, il Gruppo Lupo Svizzero e Birdlife hanno denunciato una decisione “tecnicamente indifendibile” e che invia “un segnale sbagliato” in termini di protezione delle specie. A loro avviso, questo declassamento non è una soluzione magica per ridurre gli attacchi agli animali da allevamento, che si verificano anche quando le popolazioni di lupi sono controllate in modo intensivo con gli abbattimenti.
“Queste misure di regolamentazione incoraggiano addirittura gli attacchi quando gli spari distruggono la struttura sociale del branco. Una protezione delle greggi su larga scala e di alta qualità rimane essenziale” aggiunge il comunicato congiunto. Le organizzazioni sottolineano anche che l’Ufficio di presidenza della Convenzione di Berna aveva criticato la politica svizzera di regolamentazione dei lupi, considerandola un’interpretazione errata delle norme del Consiglio d’Europa. D’ora in poi, “la regolamentazione dei lupi in Svizzera avrà maggiori probabilità di essere conforme alla Convenzione, a condizione che gli interventi siano attuati con discernimento e nel rispetto della legge”, sottolinea il comunicato stampa.
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Agli Stati approvate due mozioni sul canide, ma no a zone “zero lupi”
A Berna invece, dove è in corso la Sessione parlamentare invernale, alcuni consiglieri agli Stati delle regioni montane hanno accolto con soddisfazione la decisione del Consiglio d’Europa, annunciandola in concomitanza con il dibattito sulla questione del lupo. La Camera dei Cantoni ha approvato due mozioni volte a indebolire la protezione del canide. Una delle mozioni chiede in particolare al Consiglio federale di adoperarsi per declassare il lupo da “specie animale strettamente protetta” a “specie animale protetta” ai sensi della Convenzione di Berna. Secondo questo testo, accettato con 32 voti contro 11, il lupo potrebbe essere cacciato nelle regioni in cui la popolazione raggiunge un certo valore soglia, secondo quote stabilite a livello regionale.
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La seconda mozione approvata chiede invece di accelerare le analisi genetiche sul predatore e di semplificare l’accesso al sostegno finanziario per la protezione delle greggi, nonché di prevedere un indennizzo per gli allevatori anche al di fuori del periodo di alpeggio. Il Nazionale aveva già dato il via libera al testo presentato dal deputato ticinese del Centro Fabio Regazzi quando sedeva nella Camera bassa.
La terza mozione, sempre di Regazzi che ora è consigliere agli Stati, è stata invece tacitamente affossata. Il testo mirava ad autorizzare i Cantoni a creare zone a “zero lupi”. Ci sono poche possibilità che il lupo, un animale difficile da cacciare, si adegui alle zone prescritte dalle autorità, ha dichiarato il sangallese Benedikt Würth per la commissione.
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