Il Dipartimento del territorio ticinese ha deciso di riaprire la caccia al cervo dal 1° febbraio al 31 luglio. La motivazione è una sola: questi ungulati creano importati danni alle coltivazioni agricole; i vigneti sono i luoghi prediletti dall'animale dell'anno.
"Fino al 2013 le somme di risarcimento si aggiravano attorno a 1,3 milioni di franchi – sostiene il capo dell'Ufficio della caccia e della pesca Giorgio Leoni –. Dall'introduzione degli interventi primaverili siamo riusciti a contenere i costi. La media negli ultimi anni, infatti, è di 750'000 franchi". Le catture non possono però sorpassare il 10% della popolazione di ungulati: "Normalmente si catturano dai 35 ai 50 esemplari, questo permette un risparmio di mezzo milione di franchi".
Urbanizzati
Un cervo adulto, da solo, può distruggere intere colture. "Un maschio di 100 chilogrammi, potenzialmente potrebbe mangiare tutte le gemme di un vigneto. Per un contadino significa aver lavorato un anno per niente.
Noi, come Dipartimento, risarciamo l'80% del danno complessivo, ma a volte non basta per ripartire", ricorda Leoni.
Mauro Botti