Ticino e Grigioni

L’inarrestabile invasione del calabrone asiatico

Gli apicoltori della Svizzera italiana ne osservano l’avanzata da privilegiati spettatori, ma l’arrivo del predatore di api potrebbe essere imminente

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Vespa velutina: apicoltori ticinesi sull'attenti

SEIDISERA 13.03.2025, 18:00

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Di: red. giardino di Albert/Davide Conconi 

All’Auditorium della Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona, il 13 marzo si è tenuta una conferenza sul calabrone asiatico, il temibile predatore di api che preoccupa, soprattutto gli apicoltori. L’evento è stato organizzato dall’Associazione per il rispetto e la conoscenza delle api , con il contributo della Federazione Ticinese di Apicoltura e con la partecipazione del Gruppo di Lavoro Cantonale Organismi Alloctoni Invasivi

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Vespa velutina: apicoltori ticinesi sull'attenti

SEIDISERA 13.03.2025, 18:00

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Il folto pubblico accorso, anche dalla vicina Mesolcina, ha seguito con interesse i diversi interventi, con il privilegio di poter guardare da spettatore la formidabile progressione del vespide in Europa. Infatti, il calabrone asiatico non ha ancora raggiunto la Svizzera italiana. A dire il vero ci aveva provato nel 2020. Nell’autunno un esemplare era stato rinvenuto morto lungo una via di Ludiano, in Valle di Blenio. Dopo la segnalazione e i monitoraggi di controllo, coordinati da Daniel Cherix, professore emerito dell’Università di Losanna e membro della task-force nazionale per il contenimento dell’insetto, si concluse che doveva trattarsi di un individuo trasportato inavvertitamente con un carico di legname, paglia o altro. Esemplare che fortunatamente è caduto a terra morto e che non ha alimentato lo sviluppo di colonie in Ticino. Da allora dal Ticino non sono mancate le segnalazioni di sospetti calabroni asiatici - nel solo 2024 sono state 21 - fortunatamente però tutte si sono rivelate dei falsi allarmi. 

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Le potenti mandibole del calabrone asiatico sminuzzano il torace delle api ed estraggono i muscoli alari, una preziosa fonte proteica per nutrire le proprie larve

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La musica però, potrebbe cambiare presto perché l’area che sta a sud delle Alpi è quasi interamente accerchiata da territori oramai infestati dal calabrone esotico. In Svizzera - riprendendo i dati dal centro d’annuncio nazionale per Vespa velutina www.calabroneasiatico.ch – nel solo 2024 ci sono state 3’829 segnalazioni accertate di nidi o di individui adulti di calabrone asiatico, i cantoni che hanno registrano una presenza accertata dell’insetto alieno sono 16, 14 quelli in cui sono stati rinvenuti dei nidi. Dal primo calabrone asiatico segnalato nel Canton Giura nel 2017 ad oggi la progressione è impressionante e inesorabile. 

15:54

Il calabrone asiatico preoccupa la Svizzera romanda

RSI Info 10.12.2023, 18:00

  • giardino di Albert

Nel 2004 l’insetto proveniente dall’Estremo Oriente aveva messo piede per la prima volta su suolo europeo in Francia, nella regione di Bordeaux. In pochi anni ha attraversato tutto l’Esagono e nel suo moto da est a ovest, solo l’arco Alpino ha protetto la nostra regione da un’invasione più precoce, mentre anche Germania e Belgio, per esempio, si sono già aggiunti ai 14 Paesi europei colpiti. In Italia il calabrone asiatico è stato avvistato una prima volta nel 2012 a Ventimiglia. Stretto fra le Alpi e il Mar Tirreno, combattuto strenuamente grazie al progetto Stopvelutina, il calabrone asiatico ha faticato non poco a guadagnare terreno nella penisola.  Ora, però, superato l’imbuto ligure, l’insetto sembra guadagnare terreno di gran carriera. Dalle nostre parti, ha destato grande preoccupazione il rinvenimento di un nido a Leggiuno, in provincia di Varese, ad appena una ventina di chilometri, a volo… di calabrone, dalla frontiera con la Svizzera. Il nido è stato rapidamente individuato e distrutto, grazie all’esperienza maturata dai tecnici italiani in anni di lotta. Tuttavia, il fatto che fosse eliminato il 15 ottobre, tardi nel periodo di sviluppo delle famiglie di quest’insetto, dunque, lascia spazio all’eventualità che alcune fondatrici siano già riuscite a disperdersi e a trovare un nascondiglio ideale per trascorrere l’inverno, in vista della fondazione di nuove colonie la prossima primavera. Se ciò accadesse, nonostante gli sforzi da parte della squadra italiana di azione contro il calabrone asiatico, originerebbe un nucleo d’infestazione vicinissimo al confine, dando al massimo un paio di anni di tempo prima che arrivi su suolo ticinese, completando così l’aggiramento delle Alpi.

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Spesso i nidi di calabrone asiatico si trovano fra le fronde degli alberi a grande altezza, difficili da scorgere finché non cadono le foglie

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Tornando ai dati svizzeri, si nota che l’invasione ha un andamento esponenziale, visualizzabile nel numero dei nidi ritrovati. Nel 2024 ne sono stati scovati 741 in totale, con i cantoni occidentali, senza sorprese, in testa alla classifica: Ginevra 284, Vaud 198, Berna 58 e Giura 49. L’aumento esponenziale della popolazione di specie alloctone invasive è un fenomeno conosciuto. Si spiega con il fatto che la nuova specie trova un territorio vergine e la sua dinamica riproduttiva non è limitata da eventuali predatori. Il calabrone asiatico segue questo andamento, difficile da contrastare e questo spiega la progressiva e veloce avanzata da est a ovest, approfittando dell’Altipiano, aggirando le quote più alte che non gli sono favorevoli.

Grafica diffusione vespa velutina
  • Info fauna/CABI

Tenuto conto del fatto che il calabrone asiatico è specializzato nella cattura delle api mellifere, sono soprattutto gli apicoltori ad essere sul chi vive. Ma, la lotta a questo insetto invasivo non potrà pesare unicamente sulle loro spalle. Per renderne sopportabile l’impatto sarà necessario migliorare il coordinamento a livello federale, fornendo i mezzi adeguati e favorendo la comunicazione fra i cantoni, al fine di adottare le soluzioni ideali per la lotta e alla lunga per la convivenza con l’insetto alloctono. Nel frattempo, i cantoni al Nord delle Alpi hanno sviluppato diverse strategie di lotta, secondo le loro possibilità e competenze presenti sul territorio. Nel Canton Ginevra, per esempio, accanto all’impegno accresciuto da parte del Cantone e di altri enti collegati è nata l’associazione Pollinea-action che opera per il contenimento del calabrone asiatico agendo su più fronti. Con questo impegno i nidi distrutti sono passati da 108 nel 2023 a 284 nel 2024. Nel 2025 il Canton Ginevra intende intensificare gli sforzi soprattutto nel campo della sensibilizzazione della popolazione. Nel Canton Vaud invece si è puntato sulla formazione di apicoltori referenti, in grado poi di trasmettere ad altri le competenze acquisite, addestrati alla ricerca e alla distruzione di nidi. Nel 2024 la loro azione si è concentrata in primo luogo sui nidi primari, distruggendone 70, contro i 21 eliminati nel 2023. Proprio a proposito dei nidi primari, il professor Daniel Cherix sottolinea che: «In Svizzera ci troviamo in una fase iniziale dell’infestazione ed è fondamentale prepararci alla lotta moltiplicando le sentinelle e soprattutto preparando la distruzione dei nidi. A questo proposito è importante fare la differenza fra i nidi embrionali, detti primari, di piccola taglia, che possono essere facilmente eliminati da apicoltori opportunamente istruiti e quelli secondari, di grande taglia, la cui distruzione è meglio affidarla a specialisti formati e a disinfestatori professionisti». 

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I nidi primari del calabrone asiatico hanno un diametro di pochi centimetri e sono spesso fissati su strutture, come per esempio tettoie

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Secondo il professore emerito di entomologia presso l’Università di Losanna, sarebbe inoltre opportuno investire sulla formazione nella ricerca e distruzione dei nidi primari, allargando la platea alla popolazione intera, visto che il calabrone asiatico spesso costruisce i nidi primari in zone urbanizzate. Sempre Secondo Cherix l’impiego di trappole dette selettive dovrebbe essere valutato attentamente nella scelta delle strategie di lotta all’invasore: «Gli apicoltori non devono illudersi che le trappole per il calabrone asiatico siano selettive. Ad oggi non c’è una sola ricerca scientifica che lo dimostri. Tutte le trappole conosciute catturano, purtroppo, molti insetti appartenenti alla fauna locale e pochi calabroni asiatici! Se gli apicoltori cominciassero a trappolare a tappeto, questo sarebbe difficilmente difendibile davanti all’opinione pubblica».

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Le trappole artigianali alla birra sono molto efficaci per catturare il calabrone asiatico, purtroppo non sono affatto selettive

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Daniel Cherix, ci racconta, infine, che la distruzione dei nidi secondari, prima che essi producano gli individui riproduttori, permette sicuramente di ridurre un po’ la velocità di invasione. Anche le altre strategie di lotta possono apportare un sollievo locale e temporaneo delle colonie d’api, ma è evidente che bisogna trovare e sperimentare rapidamente dei metodi per proteggere le colonie di api dagli attacchi del calabrone asiatico per poter convivere nel lungo tempo con questo temibile predatore che è destinato a insediarsi durevolmente nel nostro territorio. Proprio per questo il Cabi di Delémont, nel Giura – il Centro internazionale per l’agricoltura e le scienze biologiche - svolgerà delle ricerche dirette da Lukas Seehausen per testare differenti metodi di protezione degli apiari.

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