Ticino e Grigioni

Il Gay Pride sì, il rosario no

Il Municipio di Lugano ha negato a Helvetia Christiana di pregare in centro per protestare contro il raduno LGBT

  • 5 maggio 2018, 19:58
  • 23 novembre, 01:36
La corona del Rosario

La corona del Rosario

  • ©Ti-Press/Pablo Gianinazzi

L’associazione Helvetia Christiana è indignata per il trattamento patito dal Municipio di Lugano che le ha negato la possibilità di recitare un rosario pubblico in una piazza del centro per esprimere il proprio dissenso per il Gay Pride che si svolgerà dal 28 maggio al 3 giugno in città. Un no che l’Esecutivo, afferma, è motivato da "ragioni di parità" e sulla base degli "interessi in gioco, e in particolare l’interesse pubblico generale e quello all’utilizzazione di un bene comunale secondo la destinazione".

"Chiedevamo uno spazio, possibilmente in occasione della parata del 2 giugno ma sarebbe andato bene anche nei giorni precedenti, per protestare con una preghiera della tradizione cattolica. Ma ci è stato inspiegabilmente negato, violando le libertà fondamentali di alcuni cattolici" rileva Marco Giglio, presidente del gruppo legato alla società italiana Tradizione, famiglia e proprietà.

L’associazione non intende inchinarsi alla decisione. Valuta di ricorrere e rappresentanti UDC in Consiglio comunale vogliono andare fino in fondo alla questione.

"Abbiamo fatto una valutazione della richiesta di Helvetia Christiana e, sulla base degli interessi in gioco, abbiamo deciso in senso negativo" spiega il sindaco di Lugano Marco Borradori. "Come ogni valutazione è soggettiva e può essere impugnata" rileva inoltre assicurando che "il Municipio non ha nulla contro questa o altre associazioni né contro qualche suo membro che, per altro, non conosciamo".

Diem/Notiziario 21.00

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