Migliaia di telefonate e mail dall’Italia per un posto da bracciante agricolo a 3'200 franchi al mese. Il progetto pilota lanciato dall’Unione dei contadini svizzeri e dalla Segreteria di Stato della migrazione, con lo scopo offrire a rifugiati già ammessi un totale di 15 posti di lavoro, di cui uno in Ticino, ha provocato una vera pioggia di richieste da parte di cittadini italiani.
Il progetto, lanciato lo scorso maggio unicamente per i rifugiati, è stato ripreso dalla stampa italiana in termini che hanno provocato un’ondata di interesse a sud del confine.
Alcuni dei titoli degli articoli online che hanno scatenato la corsa
Sem Genini, segretario dell’Unione contadini ticinesi, ricorda come, a risposte negative, sono seguiti messaggi di persone arrabbiate che accusavano l’organizzazione di razzismo perché prende dei rifugiati ma non cittadini italiani.
CSI/sf
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