Prima di tutto le regole: in dogana si può transitare con 10'000 euro al massimo; per cifre superiori bisogna spiegare da dove proviene il contante. In generale, quindi, non dichiarare un'importante somma di denaro è già un campanello d'allarme. Per la Guardia di Finanza italiana (GdF) la lotta al traffico di valuta è importante perché da un "semplice" controllo a Ponte Chiasso possono scaturire inchieste "sulla criminalità organizzata o fenomeni evasivi di ampia portata" spiega alla RSI il comandante del gruppo della GdF di Ponte Chiasso Michele Rucci.
Il tenente colonnello Rucci
I numeri
Nel 2022 ai confini sud sono stati intercettati quasi 20 milioni fra euro e franchi; nei primi mesi del 2023 i milioni sono già 2. Le persone vengono fermate sia in entrata che in uscita; le nazionalità sono diverse. Non è detto però che tutto il contante sia di origine illecita. I finanzieri intercettano la valuta trafficata (procedono a sequestrarne una parte se ci sono le condizioni) e poi inviano tutta la documentazione ai colleghi che si occupano di evasione fiscale, riciclaggio, criminalità organizzata o anche della cosiddetta "criminalità comune". Del contante che passa un confine può fornire indicazioni anche nell'ambito di inchieste su truffe o rapine ad esempio.
I due sequestri più impressionanti degli ultimi mesi sono stati fatti alla stazione ferroviaria di Chiasso. Quasi 1 milione e mezzo di euro in ottobre (li aveva con sé una coppia di cittadini greci) e 750'000 franchi qualche settimana fa (anche in questo li trasportava un cittadino greco). Al momento si tratta di due casi separati "ma ci saranno degli approfondimenti per stabile l'origine del denaro" precisa Rucci. E perché la ferrovia? "Probabilmente il flusso del traffico ferroviario può essere più agevole alla persona che si reca direttamente da Milano presso una banca Svizzera e al ritorno prende il medesimo treno".
La documentazione dei prestanome
La Guardia di Finanza al confine acquisisce anche la cosiddetta documentazione a valenza economico-finanziaria. Documenti appunto che attestano ad esempio l'esistenza di conti correnti bancari o di immobili in Svizzera. Dall'inizio dell'anno sono già stati intercettati (sotto questa forma) 166 milioni di euro, quasi come nell'intero 2022. Documentazione che permette anche di identificare possibili prestanome. "Se una persona viene fermata più volte al confine anche sull'arco di diversi anni ed ha sempre con sé documentazione relativa a beni di persone terze è molto probabile che quel soggetto sia un prestanome per conto di altri che non vogliono apparire".
Insomma, in generale, per la Guardia di Finanza, chiarire l'origine dei beni in possesso di una persona X è fondamentale per contrastare fenomeni di criminalità più ampi. La lotta al traffico di valuta è in cima alla lista delle priorità anche nel 2023.