Falò

Il giro dei soldi tra i due lati del confine

Due imprenditori italiani sono stati indagati per bancarotta fraudolenta: un caso che ha conseguenze anche in Ticino, dove gli imputati fingevano di acquistare delle società 

  • 12 gennaio, 14:52
  • 9 giugno, 13:07

Il giro dei soldi

Falò 11.01.2024, 21:20

Di: Oscar Acciari/RSI Info

“Non ci aspettavamo di perdere del denaro. Abbiamo sottoscritto un diritto di compera per acquistare questo appartamento solo quando la costruzione era a buon punto. Naturalmente a noi dava sicurezza anche il fatto di acquistare qui in Svizzera, in Ticino. Non abbiamo deciso di comprare in Italia, volevamo garantirci un investimento sicuro ed essere certi che non avremmo perso il nostro denaro. Altrimenti avremmo potuto acquistare qualcosa in Toscana o in Italia del Sud …o in Spagna. Ma ci sembrava troppo rischioso…”

È la testimonianza rilasciata a Falò da Bruno Bosshard, un cittadino di Zugo che intendeva acquistare un appartamento in una Palazzina a Lugano Carona. Lo stabile è finito sotto sequestro cautelativo da parte del Ministero pubblico ticinese, dopo una richiesta di assistenza giudiziaria internazionale proveniente dall’Italia. Bruno Bosshard teme di perdere la caparra già versata di diverse centinaia di migliaia di franchi. Il vero problema è che, a causa dei guai giudiziari del promotore immobiliare, la società di questi non può fornire più le garanzie finanziarie per portare a termine l’operazione. L’immobile, ormai di proprietà della banca finanziatrice, rischia di essere messo all’asta. Questa vicenda ha messo in seria difficoltà anche alcune imprese edili e artigiani ticinesi. E oltre al signor Bosshard vi sono altre persone che hanno versato acconti per acquistare un appartamento a Carona o di un’altra palazzina a Vacallo. Si tratta di persone che abbiamo incontrato ma che hanno preferito non rilasciare la loro testimonianza. Sono molto provate, perché rischiano seriamente di perdere i loro soldi, frutto del sacrificio di una vita.

Progetti abbandonati e immobili finiti sotto sequestro a Morcote, a Vacallo e a Carona. Alcuni di essi non ancora ultimati. È la conseguenza indiretta del comportamento illecito di due cittadini italiani, residenti in Ticino, emerso da un’inchiesta partita dall’Italia. I due autori sono due ex assessori di Cantù.

“Il principale indagato aveva a disposizione una serie di società intestate a prestanomi, attraverso cui effettuava compravendite di terreni, per poi rivendere lo stesso terreno con un progetto a società della grande distribuzione organizzata. E da questo ulteriore passaggio di compravendita andava a realizzare degli ingenti guadagni – ci spiega il tenente colonnello della Guardia di Finanza di Como Selenia Centi -. Le indagini hanno ricostruito che erano almeno dieci anni che questo schema veniva ripetuto. Il guadagno veniva inviato in territorio svizzero. Le società venivano poi spogliate di qualsiasi utile, per poi accompagnarle alla morte”.

I due ex assessori di Cantù residenti in Ticino, secondo gli inquirenti italiani, svuotavano le società italiane e investivano le plusvalenze nel mercato immobiliare svizzero. Sono stati indagati, oltre confine, per banca rotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. 

In Italia sono state dieci le persone indagate nell’inchiesta “Operazione edificazioni distratte”. Almeno otto di loro sono risultati essere prestanomi. Il principale indagato, promotore immobiliare in Ticino, ha patteggiato cinque anni di reclusione mentre il secondo, che era pure residente in Ticino, andrà a processo a Como il 16 gennaio.

Oltre confine a causa delle operazioni illecite emerse, che hanno portato al fallimento di ben cinque società, ci sono stati sequestri per circa quattro milioni di euro.

“Il fallimento di cinque società ha riverbero anche sull’economia sana - sottolinea Selenia Centi -. Questo perché le società fallite avevano un certo numero di creditori che non hanno visto pagato le loro fatture. Ma attraverso i sequestri operati si va a ristorare anche questi danni.”

L’acquisto di false start up svizzere

Tra le società, depauperate illecitamente, vi sono le italiane Forma Urbis Slr e SAN SIRO LAKE Slr. Proprio da queste sono stati trasferiti in Svizzera complessivamente oltre tre milioni di euro per finanziare attività e start up, ritenute in realtà fittizie.

Sotto la lente della Guardia di finanza comasca e della Procura lariana sono finiti due i grandi trasferimenti di denaro in Svizzera. La prima operazione, segnalata come sospetta da un istituto di credito italiano, è avvenuta nel 2015. Dalla Forma Urbis, con sede a Cantù, parte un milione di euro diretto alla società luganese BCH investment. Ufficialmente i soldi risultano utilizzati per acquistare un ramo di azienda attiva nella gestione delle energie rinnovabili. In realtà il denaro viene immesso nel settore immobiliare. Le due società risultano riconducibili all’imprenditore italiano, principale indagato, che si avvaleva di prestanomi.

Ancora più clamorosa un’altra operazione, quella per svuotare la società italiana San Siro Lake srl. Al centro delle indagini l’acquisto della AEON SA, una società con sede a Chiasso che venderebbe integratori alimentari e che improvvisamente assume un valore incredibile. Per gli inquirenti italiani l’acquisizione della AEON, definita start up, avviene attraverso diversi passaggi. In realtà si tratterebbe di operazioni fittizie con contratti simulati. I due ex assessori di Cantù acquistano il capitale azionario della AEON SA per 102’00’ franchi. Appena nove giorni dopo i due imprenditori cedono a una società con sede a Roveredo per ben 2 milioni e 700mila euro, un prezzo quasi ventisette volte superiore al valore nominale. E lo stesso giorno la società di Roveredo cede la AEON SA all’italiana San Siro Lake, sempre per l’importo di due milioni e 700 mila euro. Questo almeno secondo quanto scoperto dagli inquirenti italiani.

Il ruolo di uno studio notarile di Chiasso

Gli atti di cessione della AEON SA, definita start up con un futuro prosperoso, vengono siglati in uno studio notarile di Chiasso. Per gli inquirenti in realtà sarebbero operazioni fittizie. Dalle indagini degli inquirenti italiani risulta chiaramente che la AEON è priva di consistenza patrimoniale e con un presunto solo dipendente.

Sta di fatto che dal conto della società italiana San Siro Lake srl la gran parte dell’importo, 2 milioni e 225’000 mila euro, viene versata a tappe sul conto clienti del notaio. Soldi che diventano quindi disponibili per i due ex assessori di Cantù residenti in Ticino.

Dell’inchiesta sul versante svizzero trapelano poche notizie. Il Ministero pubblico del Canton Ticino si è limitato a confermare a Falò l’esistenza di una richiesta di assistenza giudiziaria internazionale dall’Italia e un conseguente procedimento penale, coordinato dal Procuratore pubblico Nicola Borga. L’ipotesi di reato è quella di riciclaggio di denaro. Viene, inoltre, confermato il sequestro cautelativo di alcuni immobili riconducibili ai due imputati.

Quanto siano strettamente collegati i problemi finanziari in Ticino del promotore immobiliare italiano, residente in Ticino, e la vicenda giudiziaria italiana lo si capirà nei prossimi mesi. Intanto gli avvocati dei potenziali acquirenti di appartamenti che hanno già versato acconti sostanziosi stanno cercando una soluzione per recuperare perlomeno le caparre dei loro clienti. Certo è che questa vicenda ha fatto vittime anche nella Svizzera italiana.

Ti_Press_SA_TPR320239.jpg

Le inchieste RSI

Ti potrebbe interessare